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L’imprenditore torinese e l’impatto traumatico con la ricchezza

Redazione — 4 Aprile 2023

Vince 5 milioni al Gratta e vinci e vive un anno da incubo: “La rapina, i lingotti in casa e l’invidia”

Da quando ha vinto 5 milioni di euro con un Gratta e vinci la sua vita è comprensibilmente cambiata, ma non del tutto in positivo, almeno nel primo anno. L’euforia, l’inesperienza e, probabilmente, qualche cattivo consiglio sono state pagate a caro prezzo. A raccontare i mesi da “incubo” è l’autotrasportatore e imprenditore 33enne di Torre Pellice, in provincia di Torino, che il 2 agosto del 2021 ha comprato il gratta e vinci fortunato.

Una grossa vincita inizialmente maledetta perché “mi stava portando solo guai” spiega l’uomo in una intervista al Corriere della Sera. Parte dei soldi sono stati investiti in lingotti d’oro e criptovalute . Poi una Bmw da 150mila euro, una casa comprata alla madre e la villa dove vive con la compagna. Infine ha ingrandito la sua azienda di logistica.

Ma le voci girano e, nove mesi dopo, il 33enne è stato vittima di una rapina in casa. “Adesso spero che l’incubo sia finito” aggiunge ricordando il colpo subito nel maggio di un anno fa quando si è ritrovato in casa quattro banditi incappucciati e armati di pistola. Nella villa aveva ben 8 chili di lingotti d’oro, dal valore di circa 530mila euro, oltre a preziosi e soldi in contanti.

L’imprenditore si ritrova una pistola puntata alla testa e, dopo essere stato schiaffeggiato, consegna 23mila euro in contati, 14mila in gioielli e preziosi e gli otto chili di lingotti d’oro. Un colpo da 600mila euro quello della banda che durante la fuga ha rinchiuso la coppia nel locale caldaia. Poi le indagini lampo e il primo arresto di uno dei componenti la mattina successiva con il 33enne che recupera parte della refurtiva. “I carabinieri di Pinerolo e Torre Pellice hanno fatto un lavoro eccezionale, se verrà recuperata dell’altra refurtiva ne destinerò una parte per un “riconoscimento” all’Arma”.

Dopo l’esperienza traumatica “ora la mia casa è un bunker, ma quando ti capita una vincita del genere vivi in uno stato di perenne euforia e commetti errori che oggi non rifarei”. A partire dagli otto chili di lingotti custoditi in casa: “Avevo chiesto di depositarli in banca, ma la mia filiale era in un’altra città e le procedure erano lunghe. Dei lingotti sapevano solo gli amici intimi, non ho mica messo i manifesti”.

Il sospetto è che qualcuno, vicino all’imprenditore, possa aver fornito informazioni preziose alla banda entrata in azione: “Spero non sia così, ma l’invidia è una brutta bestia. Io ho cercato di aiutare tutti, ma qualcuno mi si è rivoltato contro e l’ho già allontanato. Adesso non vedo l’ora che cominci il processo per guardare queste persone in faccia e capire chi sono”.

Redazione

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