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Gli Stati Uniti hanno firmato un accordo sui metalli per le batterie con il Congo e lo Zambia, con l’obiettivo di creare una filiera per le auto elettriche in Africa e contrastare la Cina. Tutti i dettagli

Una settimana fa il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha annunciato che Washington ha intenzione di destinare all’Africa 55 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. I fondi verranno destinati a “un’ampia gamma di settori per affrontare le sfide fondamentali del nostro tempo”, ha spiegato, come la sanità, i cambiamenti climatici e la partecipazione femminile al mondo del lavoro.

Lo U.S.-Africa Leaders Summit, conclusosi di recente, è stata l’occasione per gli Stati Uniti di rilanciare la loro presenza economica e politica nel continente africano, e così contrastare l’influenza della Russia e (soprattutto) della Cina, sue rivali.

GLI USA DI BIDEN INVESTIRANNO NEI METALLI IN AFRICA

A questo proposito, l’amministrazione del presidente Joe Biden ha segnalato la disponibilità a investire nello sviluppo di progetti sui metalli per i veicoli elettrici in Africa, un comparto strategico e attualmente dominato da Pechino.

Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha siglato un memorandum d’intesa con la Repubblica democratica del Congo e con lo Zambia per lo sviluppo di una “catena del valore dei veicoli elettrici”. Nel corso della cerimonia per la firma del documento, il segretario di Stato Antony Blinken ha dichiarato che Washington “esplorerà meccanismi di finanziamento e di sostegno agli investimenti nelle catene del valore africane dei veicoli elettrici”.

L’IMPORTANZA DEL CONGO E DELLO ZAMBIA

Sia il Congo che lo Zambia ospitano giacimenti importanti di cobalto, un metallo utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici: il primo paese – ha detto Blinken – ne produce oltre il 70 per cento delle forniture mondiali, mentre il secondo ne è il secondo maggiore produttore africano (oltre a essere “il sesto più grande produttore al mondo di rame”, un altro metallo necessario alla transizione energetica).

– Leggi anche: Grafite, litio, nickel e cobalto necessari per le auto elettriche. Report

CONTRASTARE LA CINA NEL MONDO

Le aziende cinesi possiedono gran parte delle miniere di cobalto in Congo. Gli Stati Uniti, dunque, potrebbero voler cercare di contrastare l’enorme influenza di Pechino sul mercato dei metalli per le batterie. Non solo in Africa, peraltro: l’amministrazione Biden ha infatti intenzione di finanziare con soldi pubblici una dozzina di progetti sui minerali critici per la transizione ecologica nel mondo.

I fondi potrebbero venire distribuiti attraverso la Minerals Security Partnership, nota informalmente come “NATO dei metalli”, un raggruppamento di paesi alleati o partner degli Stati Uniti che ha l’obiettivo di costruire una filiera internazionale dei minerali critici “libera” dall’influenza di Russia e Cina. Ne fanno parte l’Australia, il Canada, la Corea del sud, il Giappone, il Regno Unito e la Commissione europea

MINIERE, RAFFINERIE E IMPIANTI DI RICICLO

I progetti che potranno accedere alle risorse statunitensi o degli altri membri della partnership riguardano l’estrazione mineraria, la lavorazione dei materiali grezzi e il riciclo delle materie giunte a fine vita. La Development Finance Corporation, un’agenzia governativa americana, sta già finanziando un progetto estrattivo di nichel (un metallo per le batterie) in Brasile.

Tra le aziende coinvolte nel piano ci sarebbero diverse case automobilistiche statunitensi, come Ford, General Motors e Tesla, e almeno due compagnie minerarie, Albemarle e Piedmont Lithium.

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