storica-pasticceria-rischia-di-chiudere-dopo-70-anni:-“nove-famiglie-rimarranno-senza-lavoro”,-il-motivo

Una storica pasticceria, aperta 70 anni fa, rischia di chiudere tra pochi giorni. Il motivo? Non c’entra niente la mancanza di personale né gli affari che vanno male.

Negli ultimi anni, un numero altissimo di attività commerciali ha chiuso per sempre. La pandemia da Covid ha letteralmente stravolto le nostre vite e da marzo 2020 in poi le abitudini di acquisto degli italiani sono a loro volta cambiate. Sempre più gente acquista online beni e servizi di qualsiasi tipo, a discapito dei negozi fisici. Oltre alla crisi economica, negli ultimi dodici mesi è entrato in gioco il caro energia, che ha aumentato in maniera esponenziale i costi fissi di molte attività commerciali. Chi non produceva utili importanti, è stato costretto a chiudere.

Tuttavia il caso odierno della pasticceria di Genova prossima alla chiusura non ha nulla a che vedere con le problematiche sopracitate. Il locale si chiama Pasticceria Quaglia ed è stato aperto nel settembre del 1952. L’anno scorso, infatti, gli attuali proprietari hanno festeggiato settanta anni di attività. Il negozio si trova nel cuore del quartiere genovese di Sampierdarena e dodici anni fa la sua gestione è passata a una donna di nome Giorgia Musumarra. Proprio lei ha pubblicato un post Facebook che è diventato virale: in meno di 24 ore ha ottenuto oltre 1100 reazioni, più di 500 commenti e altrettante condivisioni.

“Chiudiamo per colpa dei vicini”

“Disgusto, rabbia e delusione”, inizia così il post della Pasticceria Quaglia firmato dalla titolare Giorgia Musumarra. Ecco cos’ha scritto l’imprenditrice su Facebook:

pasticceria

Il post parla chiaro: alcuni condomini dello stesso stabile hanno protestato e sono riusciti a far sì che una parte del locale venisse sottratta all’attività commerciale, oltre a far rimuovere i tavolini. Come si può vedere, la titolare si lamenta perché presto potrebbe chiudere un’attività storica del comune Sampierdarena e nove famiglie potrebbero perdere uno stipendio. A suo avviso, da parte degli enti preposti (Comune e Tribunale) non c’è stata alcuna risposta risolutiva.

Il post Facebook virale riuscirà a smuovere le acque? Nessuno, a parte i diretti interessati, sa cosa sia successo davvero. La speranza è che si trovi un compromesso tra le parti e l’attività non chiuda, perché quanto un locale aperto da settant’anni abbassa la saracinesca è una sconfitta per tutti. Così come, in un periodo complesso dal punto di vista economico come questo, è ingiusto che nove famiglie perdano uno stipendio alla fine del mese.

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