stipendi-differenziati-ai-prof,-rusconi-(anp)-a-inews24:-“norma-da-attuare,-c’e-chi-non-va-al-nord-per-il-costo-della-vita”
Mario Rusconi - Foto di Facebook
Mario Rusconi – Foto di Facebook

Stipendio differenziato, intervento di finanziamenti privati nelle scuole statali e abolizione dei voti al di sotto del 4. Sono i temi su cui in questi giorni si sta dibattendo dopo le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ne abbiamo parlato con Mario Rusconi, dell’Associazione nazionale presidi (Anp) della Regione Lazio.

Preside, sarebbe d’accordo con lo stipendio differenziato ai professori, basato sul costo della vita della Regione in cui si lavora? E come potrebbe essere organizzato, dal momento che spesso il costo della vita varia da città in città anche nella stessa Regione?

La misura va attuata, non so come potrebbe essere organizzata. Va sicuramente concertata con i sindacati, ma di certo è sensata e realistica. Dovrebbe essere estesa anche agli impiegati e ai presidi che lavorano al Nord, che hanno vinto un concorso e sono pendolari. In Italia ce ne sono centinaia e prima o poi desiderano tornare nelle loro regioni di origine. È chiaro che questi insegnanti, impiegati e presidi hanno delle grosse difficoltà con il loro stipendio, perché il tenore della vita è alto, dalla spesa al ristorante, passando per gli affitti. Consideri anche che ogni due settimane tornano dalla loro famiglia di origine: molte sono mamme che hanno i figli in Calabria, in Campania o in Sicilia. Questa misura va attuata, altrimenti poi non ci lamentiamo se chi vince un concorso al Nord non accetta un lavoro perché lo stipendio è troppo basso rispetto al costo della vita”;

Un’altra proposta del ministro Valditara è la creazione di un fondo per combattere il rischio disparità nella scuola pubblica. Come potrebbe funzionare?

Tutte le specifiche tecniche dovranno essere ben viste. Anche questo principio mi sembra giusto. Si tratterà di lavorare attivamente anche con le parti sociali per capire come intervenire”;

Il ministro valuta anche la possibilità di prevedere finanziamenti privati alle scuole pubbliche…

Io preferisco parlare di scuole statali e non statali. Per quanto riguarda le scuole statali, considero positiva la possibilità che ci siano interventi economico-finanziari da parte dei privati. Ma questo avviene da anni e non mi hanno sconvolto le parole del ministro. Quando le scuole statali chiedono ai genitori di dare un contributo volontario annuale di 2-300 euro, il privato sta già partecipando con i suoi finanziamenti. Negli istituti tecnici e professionali del Centro-Nord molti privati intervengono a favore di progetti particolari. Il problema sarà come sviluppare la misura al Sud, per quanto concerne i finanziamento delle imprese: lì è più difficile che si verifichi un contesto che permetta questi finanziamenti e si dovrà procedere con misure compensative da parte dello Stato”;

Dall’Alto Adige arriva la proposta di abolire i voti scolastici sotto il 4, perché non avrebbero alcun valore educativo e pedagogico. È d’accordo?

Su certe questioni di natura tecnico-pedagogica bisognerebbe intervenire sulla base di letture approfondite, cioè avendo una buona competenza scientifica. Trovo che il discorso dei voti sia una tempesta in un bicchier d’acqua. Io preferisco distinguere tra la misurazione di una prova e la valutazione dello studente. Quando sento dire che il 4 umilia, si saltano passaggi dal punto di vista tecnico pedagogico: il voto è un simbolo e deve fare riferimento a competenze disciplinari dello studente che siano verificabili. Il voto numerico, o alfabetico o con i colori, deve essere stabilito in base a dei criteri che siano esplicitati. Bisogna uscire da questa battaglia senza senso”.