-
AGI
Accusato di abusi e incesto, si dimette il noto politologo francese Olivier Duhamel
AGI – La prestigiosa scuola di scienze politiche SciencesPo e il mondo intellettuale parigino sono travolti da uno scandalo di incesto, stupri e aggressioni sessuali, rivelato da un libro shock che punta il dito sul noto politologo francese Olivier Duhamel e denuncia una serie di silenzi complici. “La Familia grande” è il titolo del racconto biografico firmato dalla giurista 45enne Camille Kouchner, figlia dell’ex ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner, uno dei pionieri della medicina umanitaria, e della docente universitaria di storia delle dottrine politiche Evelyne Pisier, deceduta nel 2017, che accusa suo patrigno Duhamel di incesto e di aver abusato per diversi anni del suo gemello quando erano 13enni, alla fine degli anni 80′. Il libro, edito da Le Seuil, è uscito in libreria il 7 gennaio, ma sulla base di alcuni stralci pubblicati nei giorni precedenti sulla stampa d’Oltralpe, dopo 24 ore il procuratore di Parigi, Remy Heitz, ha deciso di aprire un’indagine per “stupri e aggressioni sessuali” a carico di Duhamel, che all’epoca dei fatti “aveva autorità su minore di meno di 15 anni”, ha sottolineato il comunicato della procura. Un procedimento aperto in passato per gli stessi fatti era stato archiviato nel 2011. “Le nuove investigazioni affidate alla Brigata per la protezione dei minori (BPM) della direzione regionale della polizia giudiziaria (DRPJ) faranno luce su questi fatti, per identificare ogni altra vittima potenziale e verificare l’eventuale prescrizione dell’azione pubblica” ha aggiunto il procuratore Heitz. “Avevo 14 anni e ho lasciato fare (). Avevo 14 anni, sapevo e non ho detto nulla”, ha scritto nel libro scandalo Camille Kouchner, docente universitaria di diritto, raccontando che le aggressioni sessuali subite dal fratello – Victor nella sua opera – sono andate avanti per anni e “molta gente era al corrente dei fatti”. Era stato lui stesso a raccontare alla sorella che di sera il patrigno andava a trovarlo in camera da letto, ma gli aveva anche chiesto di tenere il segreto per sé. Al quotidiano L’Obs nei giorni scorsi Kouchner ha anche confidato i suoi dubbi nell’affidare alle pagine di un libro “che poteva sembrare osceno proprio per la notorietà della mia famiglia”, ma poi è stata convinta del fatto che “è proprio quello che andava fatto”, in un tentativo di riuscire a fare i conti con un passato così doloroso. La madre Evelyne Pisier aveva comunque sposato Duhamel in seconde nozze e quei terribili fatti erano stati raccontati tra il 2008 e il 2010 ad altri membri della famiglia e ad amici, rimasti in silenzio per evitare lo scoppio di uno scandalo, ha riferito Kouchner. Dalla madre, alcoolista fino al decesso due anni fa, non ha mai avuto alcun tipo di sostegno, anzi lei stessa accusava i figli di “perversione” per voler far conoscere quei fatti di famiglia al mondo intero. “Di che cosa avete da lamentarvi? – diceva Pisier ai figli – Avete un lavoro, una carriera, una vostra famiglia”, proteggendo il marito ad ogni costo. L’uscita del libro ha provocato uno tsunami mediatico Oltralpe, a cominciare dalla decisione di Duhamel di rassegnare le dimissioni dalla Fondazione nazionale delle scienze politiche (FNSP) che finanzia la prestigiosa scuola SciencesPo, dalla quale escono i futuri dirigenti politici ed economici del Paese. “Essendo oggetto di attacchi personali e desideroso di tutelare le istituzioni nelle quali lavoro, lascio i miei incarichi” ha scritto su Twitter il noto politologo, esperto di diritto costituzionale, che dirige anche un programma, ‘Mediapolis’, sulla radio Europe 1 e fa il cronista sull’emittente LCI, incarichi ai quali ha appena rinunciato. Anche l’attuale direttore di SciencesPo, Frederic Mion, è stato travolto indirettamente nello scandalo delle violenze sessuali su minore compiute 30 anni fa da Duhamel. “E’ uno shock per la nostra istituzione”, ha dichiarato Mion, del quale diversi studenti chiedono le dimissioni per non essere intervenuto, benché informato nei fatti nel 2019, per allontanare il collega dalla FNSP. Duhamel insegnava a SciencesPo e godeva di tutta la stima professionale e dell’amicizia di Mion. Quello che i sindacati degli studenti non hanno gradito è stata “la reazione di stupore” mostrata dal direttore della prestigiosa scuola, che “ha fatto finta di non essere al corrente” della gravità delle accuse mosse a carico del politologo. Salvo poi aver riferito al quotidiano Le Monde di essere stato allertato sull’entita’ di tali accuse nel 2019 da parte di Aure’lie Filippetti, ex ministro ed insegnante a SciencesPo, ma Mion le ha valutate come “voci” e non avrebbe reagito, “in assenza di prove tangibili, di elementi precisi”. Nella sua lettera-risposta agli studenti il direttore della scuola apre al dialogo, negando però di aver contribuito all’edificazione del silenzio, ribadendo il suo “sostegno individuale alle vittime e alle lotte contro le violenze sessuali e sessiste” all’interno di SciencesPo. Dito puntato anche sull’ex ministro della Giustizia Elisabeth Guigou, presidente della nuova commissione sull’incesto, che nega di essere stata messa al corrente dei fatti che riguardavano il suo amico Duhamel. “Senza saperlo abbiamo tutti a che fare con delle vittime e degli aggressori. Non faccio eccezione alla regola” ha detto l’ex guardasigilli socialista. “Il silenzio di questa famiglia che conosco è durato anni e ci mostra quanto bisogna essere coraggioso affincheé questo tabù possa essere rimosso” ha detto a L’Obs Guigou. Il libro di Camille Kouchner non risparmia neanche il padre, assente durante la sua infanzia, e la seconda moglie, la nota presentatrice tv Christine Ockrent, che non li hanno sostenuti nella battaglia contro il patrigno, neanche quando hanno saputo dell’incesto. Duhamel, affiliato al Partito socialista, deputato europeo dal 1997 al 2004, molto amico dell’ex presidente Francois Hollande, è sempre stato sulla scena del potere, sia come docente universitario, che come autore di manuali scolastici utilizzati da migliaia di studenti di diritto costituzionale, come influente commentatore politico e presidente di Le Siecle, club prestigioso e molto maschile dell’elite francese. (AGI)
-
Adnkronos
Covid, Zangrillo: “Numero contagi non è per forza emergenza sanitaria”
Mantenere i “nervi saldi” per convivere con Sars-CoV-2, e monitorare con attenzione quello che succede negli ospedali, tenendo presente che “un elevato numero di contagi non si traduce necessariamente in un’emergenza sanitaria”. Sulla base di questo, quindi, fra i diversi fattori su cui si può agire per mitigare l’incidenza di casi gravi di Covid-19, l’applicazione di una “misura coercitiva su base cromatica” dovrebbe scattare “solo in casi estremi”, non preventivamente. Ne è convinto Alberto Zangrillo. Il primario di terapia intensiva e rianimazione dell’Irccs San Raffaele di Milano e prorettore dell’università Vita-Salute rompe il ‘silenzio stampa’ dietro cui si era trincerato e chiarisce all’Adnkronos Salute il suo pensiero su quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni sulla base delle regole proposte dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Regole che potrebbero far scattare già da subito la zona rossa in diverse regioni d’Italia, come per esempio la Lombardia. Ma qual è la situazione oggi? “Io lavoro e osservo: le strutture sanitarie della mia regione non sono in sofferenza. Dal 22 dicembre nel mio ospedale ricoveriamo una media di 4 pazienti Covid al giorno. I medici sul territorio fanno la loro parte e purtroppo continuano a morire molte persone indipendentemente dall’infezione virale”, fa notare Zangrillo. E riguardo alla possibilità che si entri automaticamente in zona rossa con 250 nuovi contagiati per 100.000 abitanti lo specialista obietta: “Io sono un povero medico ospedaliero che si preoccupa di gestire con tempestività e qualità la diagnosi e la terapia della patologia. Ma credo che la mitigazione dell’incidenza di patologie gravi da infezione virale dipenda nell’ordine: da cure corrette e tempestive, dalla responsabilità di ognuno e solo in casi estremi si debba applicare la misura coercitiva su base cromatica”. Quindi, conclude l’esperto, “un elevato numero di contagi non si traduce necessariamente in un’emergenza sanitaria. Convivere con i virus, non con il virus richiede: nervi saldi, grande attenzione ai numeri della clinica, profilassi vaccinale con un piano realistico e non utopistico, credere nell’azione di un sistema sanitario che si occupi con tempestività e rigore di tutte le patologie. Basta con i titoli ad effetto dei media che servono solo a disorientare, spaventare e proporre banalità”.
-
AGI
Arrestato Jake Angeli, lo sciamano simbolo dell’assalto a Capitol Hill
AGI – Gli agenti federali hanno arrestato Jake Angeli, 32enne italo-americano divenuto simbolo dell’assalto a Capitol Hill: mercoledì, alla testa di sostenitori di Donald Trump, aveva fatto irruzione al Congresso a torso nudo con un copricapo di cuoio con due corna e la faccia dipinta con i colori della bandiera americana. L’ufficio del procuratore del District of Columbia ha riferito che il giovane originario dell’Arizona e’ stato incriminato. Prima dell’arresto, lui stesso aveva chiamato la polizia e aveva confessato la sua partecipazione ai disordini.
-
AGI
Matusa addio, ecco come invecchiano felicemente i maschi italiani
AGI – Ve li ricordate i “matusa”? Così quelli nati tra la fine degli anni Cinquanta e i Sessanta liquidavano chi aveva superato gli anta, considerandolo già con un piede nella tomba e comunque senza nessuna velleità o traguardi futuri se non quello di una panchina ai giardinetti. Adesso però quegli ex baby boomers smaniosi e irriverenti sono diventati sessantenni pure loro e un po’ per l’allungamento dell’aspettativa di vita e dell’età della pensione sempre più distante, un po’ per le passioni che nutrono la loro maturità e per un certo giovanilismo imperante il quadro è decisamente cambiato, con lo spettro del“matusa” rinviato di tre decenni. Lo racconta Alessandra Paolini, giornalista di Repubblica nel suo libro “60 e dintorni” (sottotitolo “L’età che mette(va) in crisi gli uomini), edito da Typimedia, attraverso tredici interviste ad altrettanti splendidi sessantenni: dal presidente del Coni Giovanni Malagò fiero della sua chioma bianca che non tingerebbe “manco morto”, allo scrittore Maurizio De Giovanni contento dell’età che ha (“al mattino quando mi faccio la barba davanti allo specchio, io mi piaccio, mi piacciono le rughe del mio invecchiare”) da altri famosi come Antonio Pappano, Massimo Ghini e il fotografo di moda Giovanni Gastel a meno noti preti coraggio e pescatori. A calamitare Paolini verso l’indagine di quest’età maschile indiscutibilmente delicata e da manovrare con cura, è stato, scherza con l’AGI, “il desiderio di capire qualcosa di più”, attraverso il confronto con altri coetanei, di suo fratello e suo marito, entrambi sessantenni. Ha scoperto, racconta, una generazione che sta vivendo una stagione in cui si ha molta voglia di fare, amare (quasi tutti e forse questo è un dato decisivo, sono al secondo giro di giostra matrimoniale) e coltivare passioni professionali e personali. A Paolini i tredici testimonial sessantenni hanno aperto le loro case e i loro uffici mettendosi a nudo su temi come la vita e la morte, l’amore e il sesso, la salute e il benessere, il dolore e la malattia, i traguardi, le aspettative, e sbrogliando i loro nodi affettivi: “Si tende a pensare che i maschi italiani siano dei grandi mammoni, invece mi hanno parlato un po’ tutti del rapporto e del confronto con i loro padri”. Per De Giovanni, papà letterario de ‘I bastardi di Pizzofalcone’ scavallare i sessanta non è stato affatto traumatico, grazie alla sua vita da scrittore cominciata alla soglia dei cinquant’anni : “Spesso mi appaiono più anziani quelli che hanno trent’anni, sembrano dei settantenni, li vedo spesso spenti e disincantati” spiega consegnando il segreto per non invecchiare, perlomeno mentalmente: la passione: “Entusiasmarsi, divertirsi, continuare a meravigliarsi e magari anche a indignarsi, ma attribuendo sempre passione alle cose che si fanno”. Ghini, che, ammette, definiva suo padre “matusa” segnala che il segreto è il non far morire il fanciullo che è in noi, il giornalista story teller Federico Buffa chiarisce di sentirsi più contento oggi di quando aveva trent’anni e spiega che in Italia si è purtroppo spesso “troppi acerbi o troppo stantii”, mentre Pappano, l’unico tra i tredici a cui oggi piacerebbe staccare un po’ per viaggiare con la moglie rivedere la famiglia bloccata dal Covid nel Connecticut è sicuro che a sessant’anni ci si liberi “dalla schiavitù di dover per forza piacere a tutti”. Il ritocco estetico però se lo concedono in parecchi, almeno tra i cosiddetti vip, come svela il chirurgo cult Marco Gasparotti, anche lui sessantenne rinato dopo un secondo matrimonio e il superamento di una malattia, elencando i più richiesti: blefaroplastica, mastoplastica ai pettorali afflosciati e una sistematina all’addome. Malagò che da ragazzino, confessa, definiva “i vecchi” i quarantacinquenni che occupavano il campo di calcetto dove lui e i suoi amici smaniavano per giocare, mette l’accento sul momento cruciale della pensione e sui rischi di un effetto boomerang: “Chi tira i remi in barca per scelta, con l’idea del vado in pensione e me la godo, dopo il primo periodo in cui pensa “che figo, che bello” spesso finisce per accartocciarsi su se stesso”. Meglio seguire le passioni, non necessariamente da prima pagina: l’operatore ecologico Alessandro Bertozzi, di Piombino si mantiene giovane con la pesca in apnea. Uno dei pochi, forse, ad aver detto la verità alla Paolini sulla questione sesso: “Diciamo che le prestazioni sono un po’ ridotte, non si va più come un tempo…”. Al Viagra però non ha mai pensato, giura: “Conosco gente che cha finito lo stipendio, io se riesco a risparmiare, preferisco comprare una nuova muta subacquea”.
-
Adnkronos
Nuovo Dpcm 16 gennaio: misure su spostamenti, bar e palestre
Nuovo Dpcm in arrivo, dal 16 gennaio ecco ulteriori misure e regole per arginare la diffusione del coronavirus. La stretta, dopo il decreto covid, prenderà forma in questi giorni. Sotto i riflettori, spostamenti, bar, ristoranti, negozi. Attenzione anche a piscine e palestre. Mercoledì 13 gennaio, alla Camera, si presenterà il ministro della Salute Roberto Speranza: in Aula, si legge sul sito della Camera, “avranno luogo le Comunicazioni del Ministro della Salute sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza Covid-19”. Speranza, al Corriere della Sera, ha già spiegato che il nuovo Dpcm “manterrà l’attenzione al rigore, con misure di contenimento significative”. Bar e ristoranti potrebbero essere interessati da misure anche in zona gialla. Per gli spostamenti nella zona arancione, si potrebbe mantenere la regola che consente di uscire dai comuni con meno di 5000 abitanti che permette di allontanarsi per 30 km senza raggiungere il capoluogo di provincia. Non è escluso lo stop ai trasferimenti tra regioni, a prescindere dal colore, se non per motivi di salute, di lavoro o per urgenze. Il quadro è stato già parzialmente delineato dall’ordinanza che entrerà in vigore domenica 10 gennaio e che sancirà la permanenza di 5 regioni in zona arancione al termine del weekend che, in base al decreto covid, prevede ‘regole arancioni’ per tutta Italia. Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto non cambieranno zona lunedì. “Dobbiamo tenere il massimo livello di attenzione perché il virus circola molto e l’indice del contagio è in crescita”, ha twittato Speranza annunciando la firma dell’ordinanza, elaborata dopo l’analisi condotta sui dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero Salute, relativo al periodo 28 dicembre 2020-3 gennaio 2021: “Calabria, Emilia Romagna e Lombardia” hanno “un Rt puntuale significativamente maggiore di 1, altre 6 lo superano nel valore medio (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta), altre 4 hanno un valore uguale, la Puglia, o che lo sfiora, Lazio, Piemonte, Veneto”. Il Veneto, infine, “mostra un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale”. Le nuove regole relative alla valutazione dell’Rt (con ingresso in zona arancione se si supera la soglia di 1) lasciano ipotizzare restrizioni eventuali anche per altre regioni. “Il Lazio è l’unica delle grandi regioni ad essere rimasta sempre gialla. E’ un buon risultato, ma vorrei che fosse chiaro che non è un liberi tutti, visto che oggi siamo gialli, ma la prossima volta potremmo già essere arancioni”, ha detto ad esempio Alessio d’Amato assessore alla salute del Lazio in una intervista a Il Messaggero affermando che “servono comportamenti molto rigorosi, la situazione è seria”.
-
AGI
Il turismo in Italia è ai livelli del 1990
AGI – Il 2020 si è chiuso con 78 milioni di arrivi e 240 milioni di presenze turistiche in meno in Italia a causa dell’emergenza Covid: un bilancio che riporta il turismo indietro di 30 anni. E anche se la voglia di vacanza sta tornando tra gli italiani, e uno su quattro pensa di concedersi un piccolo break entro febbraio, solo pochi lo hanno effettivamente pianificato e di ferie vere e proprie se ne parlerà a luglio. A lanciare l’allarme è Confturismo-Confcommercio sulla base dei dati rilevati dall’indice Swg che, dopo il record negativo di novembre, recupera 9 punti e si attesta a 48 su una scala da 0 a 100.
“Il 2020 si chiude con meno 78 milioni di arrivi e meno 240 milioni di presenze turistiche in Italia, ai quali va aggiunta l’ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andati all’estero. Le lancette dell’orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni”, avverte Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio.
“Eppure, non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c’è ben poco ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund – prosegue Patanè – Confturismo-Confcommercio ha presentato da tempo proposte a tutti i livelli ma, concretamente, non è accaduto nulla, neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017. E’ ora di consultarci, di considerare le nostre proposte, di investire sulle nostre imprese, altrimenti sarà il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze”.
Un italiano su quattro pensa a un break entro febbraio
Dall’indagine Swg emergono due scenari ben distinti. Il primo, spiega Confturismo-Confcommercio, “è quello a breve scadenza, entro fine febbraio, con 1 intervistato su 4 che prevede di concedersi una pausa di massimo 3 giorni in Italia. Un’idea, più che un vero e proprio programma di vacanza, visto che, fra questi, il 72% non ha ancora scelto la destinazione né tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizzano verso seconde case di proprietà o di amici. Insomma, non è turismo”.
Le vere vacanze solo a luglio
Il secondo, osserva l’organizzazione delle imprese, “è quello delle previsioni a più lunga scadenza, dove gli italiani sembrano puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, nel 28% dei casi, e di oltre 7 giorni tra luglio e settembre, per uno su due. Questo naturalmente a patto che l’epidemia torni davvero sotto controllo, non ci siano nuove ondate di contagi e il vaccino funzioni come si spera.
Le località di mare le più gettonate
Nel complesso, sono sempre le località di mare ad attrarre di più per i progetti di vacanze, soprattutto se di maggiore durata, mentre per quelle più brevi le città d’arte – soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna – scelte dal 17% degli intervistati, tornano finalmente a competere con la montagna: un guizzo di positività per la tipologia di destinazione più duramente colpita dalla crisi Covid”.
Mentre, “per i viaggi all’estero il panorama si restringe ancora di più. In bilancio sì, ma da primavera in poi, per 1 Italiano su 4 e quasi esclusivamente in Europa, dove la Grecia si conferma fortemente attrattiva. Il ritorno alla mente degli italiani di destinazioni del medio-lungo raggio, come il Mar Rosso, gli Stati Uniti e tutta l’area caraibica, a partire da Cuba e Santo Domingo, anche se riguarda solo 6 intervistati su 100, lo prendiamo come un buon auspicio per il nostro sistema del turismo organizzato: non può valere nulla di più, almeno per ora”. -
Adnkronos
Assalto al Congresso, agenti polizia sotto accusa
Anche poliziotti protagonisti dell’assalto al Congresso del 6 gennaio? Agenti di polizia e almeno un responsabile dei dipartimenti di tutti gli Stati Uniti sono stati soggetti a licenziamento, sospensione o altri provvedimenti disciplinari per presunto coinvolgimento nei disordini costati la vita a cinque persone dopo il comizio di Donald Trump. Lo scrive il Washington Post spiegando che i dipartimenti di polizia della California, dello stato di Washington, del Texas e del New Hampshire sono tra quelli che hanno annunciato indagini sui loro uomini in base a testimonianze, post sui social media e altre prove. Nei prossimi giorni potrebbero essere identificati altri ufficiali, scrive il giornale, ricordando che quello appena concluso è stato un anno particolarmente difficile per la polizia statunitense, sotto accusa per violazione dei diritti civili. A Seattle, il capo della polizia ad interim Adrian Diaz ha confermato che almeno due agenti sono stati congedati dopo che indagini interne hanno confermato la loro presenza a Washington mercoledì. “Il Dipartimento sostiene pienamente tutte le espressioni legali della libertà di parola previste dal primo emendamento, ma la folla violenta e gli eventi che si sono svolti al Campidoglio degli Stati Uniti sono illegali e hanno provocato la morte di un altro agente di polizia”, ha detto Diaz, promettendo di licenziare tutti gli ufficiali “direttamente coinvolti nell’insurrezione al Campidoglio”. La Cbs ha riferito che Thomas Goldie, agente di polizia di Pittsburgh del distretto di Zelienople, è indagato dall’ufficio legale del distretto dopo essere stato fotografato alla manifestazione di mercoledì con un cappello con la scritta “Trump MAGA 2020 f — your feeling”. Dave Ellis, capo della polizia a Troy, al New York Magazine ha detto di aver preso parte alle manifestazioni di mercoledì per sostenere il presidente Donald Trump, pur condannando l’irruzione al Campidoglio e le violenze. Numerose le richieste di dimissioni che ora lo riguardano. Il dipartimento dello sceriffo della contea di Bexar a San Antonio è stato tra i primi ad annunciare un’indagine interna sulla partecipazione all’assedio di uno dei suoi elementi. Si tratta di Roxanne Mathai, luogotenente dello sceriffo della contea di Bexar a San Antonio, in Texas, che ha pubblicato un video su Facebook dove lei appare in Campidoglio con una bandiera di Trump.
-
AGI
Accusata di plagio per la tesi di laurea, si dimette la ministra del Lavoro austriaca
AGI – La ministra del Lavoro, della Famiglia e della Gioventù austriaca ha annunciato le dimissioni un anno dopo essere entrata in carica in seguito alle accuse di plagio su alcuni lavori accademici a cominciare dalla tesi di laurea.
Christine Aschbacher, del partito conservatore Ovp del premier Sebastian Kurz, ha spiegato in un comunicato di ritirarsi dalle sue funzioni per “proteggere la famiglia”, denunciando “l’ostilità, la veemenza politica e gli attacchi portati con una forza insopportabile”.
La ministra, 37 anni, è accusata di “plagio, citazioni scorrette e scarsa conoscenza della lingua tedesca” nella sua tesi di laurea del 2006, secondo il blog di un esperto specializzato nel rintracciare le frodi accademiche, Stefan Weber.
Aschbacher si era laureata con lode all’Università di Scienze Applicate di Wiener Neustadt, non lontano da Vienna.
Stesse accuse contro il suo manoscritto sullo “stile di gestione delle aziende innovative”, presentato nel maggio 2020 all’Università Tecnica di Bratislava in Slovacchia, nel bel mezzo della crisi sanitaria. Si tratta di una “raccolta di 134 pagine di sciocchezze e sciocchezze”, di cui almeno un quinto è tratto da altre fonti senza attribuzioni agli autori, tra cui un articolo della rivista Forbes, ha scritto nel suo blog Weber.
Il cancelliere Kurz, che governa in coalizione con i Verdi, ha detto di “rispettare” la decisione della ministra. La vicenda arriva in un momento in cui il governo è sotto pressione per la gestione caotica della seconda ondata della pandemia di Covid-19. Il nome del suo successore sarà noto lunedì, ha scritto Kurz sul suo account Twitter. -
AGI
Gran parte dei pazienti Covid ha sintomi anche dopo sei mesi
AGI – Più di tre quarti delle persone ricoverate in ospedale per Covid-19 soffrivano ancora di almeno un sintomo sei mesi dopo essersi ammalate, secondo uno studio che evidenzia la necessità di ulteriori ricerche sul effetti persistenti del coronavirus. Stanchezza o debolezza muscolare sono i sintomi più comuni. Sono stati osservati anche disturbi del sonno, ansia o depressione, secondo lo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, che include più di mille pazienti della città cinese di Wuhan. Inoltre, alcuni pazienti hanno sviluppato problemi renali dopo la dimissione dall’ospedale. I pazienti che erano i più gravemente ammalati in ospedale più spesso avevano una funzione polmonare compromessa e anomalie rilevate sull’imaging del torace.
Lo studio ha incluso 1.733 pazienti con Covid-19, di età media 57 anni, dimessi dal Jin Yin-tan Hospital di Wuhan tra gennaio e maggio 2020. Hanno avuto una visita medica tra giugno e settembre e hanno risposto a domande sui loro sintomi e sulla qualità della vita. Sono stati effettuati anche test di laboratorio.
“Poiché il Covid-19 e’ una nuova malattia, stiamo solo iniziando a comprendere alcuni dei suoi effetti a lungo termine sulla salute dei pazienti”, commenta l’autore principale dello studio, il professor Bin Cao del National Center for Respiratory Medicine. Questo lavoro evidenzia la necessità di cure post-dimissione, soprattutto per i pazienti con infezioni gravi. “Il nostro lavoro sottolinea anche l’importanza di condurre studi di follow-up più lunghi in popolazioni più ampie al fine di comprendere l’intero spettro di effetti che Covid-19 può avere sulle persone”, ha aggiunto. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, il virus presenta un rischio di gravi effetti duraturi in alcune persone, anche in giovani altrimenti sani che non sono stati ricoverati.
Secondo lo studio, il 76% dei pazienti che hanno partecipato al follow-up (1.265 su 1.655) ha affermato di avere ancora sintomi. Stanchezza o debolezza muscolare è stata segnalata dal 63% di loro, mentre il 26% ha avuto problemi a dormire. Lo studio ha incluso anche 94 pazienti i cui livelli di anticorpi nel sangue sono stati registrati al culmine dell’infezione. Sei mesi dopo, i loro livelli di anticorpi neutralizzanti contro il virus erano diminuiti di oltre la metà. In un commento pubblicato su The Lancet, Monica Cortinovis, Norberto Perico e Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto per le ricerche farmacologiche Mario Negri (Italia), sottolineano l’incertezza sulle conseguenze a lungo termine della pandemia sulla salute. La ricerca multidisciplinare a lungo termine, come quella condotta negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dovrebbe aiutare a migliorare la comprensione e sviluppare terapie per “mitigare le conseguenze a lungo termine del Covid-19 su diversi organi e tessuti”. -
Adnkronos
“Troppo odio”, Harry e Meghan lasciano i social
Il principe Harry e la consorte Meghan hanno deciso di abbandonare i social network, dicendo di essere rimasti ”delusi dall’odio incontrato online”. Lo scrive il Sunday Times, ricordando che Harry e Meghan avevano più di 10 milioni di follower sul loro account Instagram ufficiale, @sussexroyal, dove non vengono pubblicati nuovi contenuti dal marzo scorso.
-
Adnkronos
Assalto al Congresso, ha rubato leggio della Camera: arrestato
Scattano le manette per un altro sostenitore di Donald Trump che ha partecipato all’assalto al Congresso di mercoledì. Adam Christian Johnson, che si era fatto fotografare sorridente con sottobraccio il leggio della Speaker Nancy Pelosi, è stato arrestato in Florida con un mandato di arresto federale. Secondo quanto riporta il Miami Herald, ora è detenuto nella prigione della Pinellas County. Era stata proprio la foto, che aveva fatto il giro del mondo, a permettere di identificare Johnson che anche aveva pubblicato sui social media diversi post in cui affermava di essere a Washington per il comizio di Trump poco prima dell’assalto al Congresso. Secondo quanto riporta il giornale della Florida, Johnson è un padre che sta a casa ad occuparsi dei cinque figli e vive con la moglie a Parrish. Durante la rivolta la polizia aveva eseguito 52 arresti, compreso quello di quattro persone trovare in possesso di armi senza licenza ed una in possesso di armi proibite. Ieri poi il dipartimento di Giustizia ha annunciato l’incriminazione di 13 persone, tra le quali un deputato statale della West Virginia e un uomo arrestato in Arkansas che si era fatto fotografare con i piedi sulla scrivania di Pelosi.
-
Adnkronos
Recovery, Conte a Boschi: “Chi invoca rispetto deve darlo”
“Fai bene a parlare di rispetto ma chi invoca rispetto deve dare rispetto. Non puoi permetterti di dire che alla riunione del 22 dicembre tutti i ministri presenti non avevano letto la bozza che era stata presentata nel Cdm del 7 dicembre. Solo perché un ministro nel corso di quella riunione del 22 ha avuto un dubbio su uno dei tanti progetti presentati. Questa è una affermazione irriguardosa”. Così il premier Giuseppe Conte rivolto alla capogruppo di IV alla Camera Maria Elena Boschi, raccontano all’Adnkronos fonti di maggioranza presenti al vertice a palazzo Chigi sul recovery fund. Una riunione in cui è andato in scena un vivace botta e risposta tra Boschi e il ministro del’Economia Roberto Gualtieri. “A te – avrebbe detto ancora il premier rivolto a Boschi – nel documento di soli 13 pagine è sfuggito il chiaro riferimento all’incremento degli investimenti sui porti del Sud, ma io mi sono limitato a richiamare la tua attenzione sul punto senza offenderti”.
-
AGI
I nuovi casi di Covid sono 18.627, altri 361 decessi
AGI – Sono 18.627 i nuovi casi di Covid in Italia nelle ultime 24 ore, contro i 19.978 di sabato. Con 32 mila tamponi in meno, 139.758 contro i 172.119, il tasso di positività risale dopo due giorni in calo e si porta al 13,3% contro l’11,6% di sabato. I decessi sono 361 (ieri 483), per un totale di 78.755 dall’inizio dell’epidemia.
Le terapie intensive aumentano di 22 unità (ieri 6), e sono 2.615 in totale (181 i nuovi ingressi del giorno, ieri 183), mentre i ricoveri ordinari sono saliti di 167 (ieri invece -53), 23.427 in tutto.
In isolamento domiciliare sono attualmente 553.890 persone (+6.901 su ieri). Il totale di attualmente positivi al coronavirus in Italia è pari a 579.932 (sabato 572.842); il totale guariti 1.617.804 (sabato 1.606.630). I casi totali sono 2.276.491. Il numero totale di tamponi effettuati (processati con test molecolare) è pari a 27.891.393; le persone testate sono finora 15.422.188. È quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute. -
AGI
La Francia abbatte 400 mila anatre per arginare l’influenza aviaria
AGI – Alle prese con la pandemia di Covid-19, la Francia sta anche fronteggiando un’influenza aviaria altamente patogena di tipo H5N8, che ha già obbligato le autorità ad abbattere oltre 400 mila anatre e a decretarne la morte di altre migliaia nei prossimi giorni. L’eutanasia di massa delle anatre, al centro della pregiata industria del foie gras, eccellenza culinaria francese, è la conseguenza diretta di una influenza aviaria ormai fuori controllo nel Sud-Ovest del Paese, dopo che il primo caso era stato riscontrato lo scorso novembre in un negozio di animali dell’isola della Corsica.
Da allora il virus è dilagato nella regione per eccellenza di allevamento delle anatre, le Landes, dove sono stati attuati abbattimenti preventivi di massa per cercare di arrestarne la diffusione. Dal 24 dicembre almeno 400 mila uccelli sono stati abbattuti e “altre centinaia di migliaia” lo saranno nei prossimi giorni, come deciso dal governo. “Dobbiamo accelerare in questa corsa contro il tempo contro un virus altamente patogeno di aviaria”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, Julien Denormandie, annunciando all’emittente Bleu Gascogne “la prossima morte di centinaia di migliaia, è una certezza”.
Negli allevamenti delle Landes sono ancora in vita 5 milioni di anatre e al momento l’obiettivo è quello di procedere ad “uno spopolamento massiccio per contenere l’epidemia, mantenendone in vita il numero più alto possibile”. Secondo la responsabile della Federazione dei produttori di foie gras (Cifoq), Marie-Pierre Pe, “il virus è più forte di noi. Nuovi focolai stanno continuamente emergendo”. Al momento i cluster sono 124, in base ai dati ufficiali e il capo veterinario del governo, Loic Evain, ha descritto il virus, non pericoloso per gli umani, come “molto, molto contagioso”.
Tornando sulle operazioni di abbattimento già attuate nelle ultime settimane, il ministro dell’Agricoltura ha riconosciuto che “si è trattato di un numero colossale ma non è ancora abbastanza, motivo per cui dobbiamo accelerare la nostra capacitaà per un’estensione dell’abbattimento preventivo”. La strategia varata dal governo francese è quella di creare un “vuoto sanitario” intorno ai focolai dell’aviaria da 3 a 5 km, oltre all’istituzione di zone cuscinetto nelle quali è vietato l’ingresso e l’uscita di pollami.
Sono stati macellati anche polli ruspanti e tacchini all’interno di tale area. Al tempo stesso le autorità competenti assicurano che viene scrupolosamente rispettato il protocollo sanitario dell’abbattimento delle anatre che prevede un loro trasferimento controllato per accertarsi che il virus non si sposti da una zona all’altra durante la procedura di eutanasia. Oltre alle Landes sono colpiti anche i dipartimenti del Gers e dei Pirenei atlantici. A partire della prossima settimana gli allevatori cominceranno a percepire i risarcimenti promessi dal governo e per almeno due mesi la produzione rimarrà ferma.
L’ultima epidemia di aviaria risaliva a cinque anni fa e aveva portato all’abbattimento di 25 milioni di anatre in Francia nel 2015-2016 e di 4,5 milioni l’anno seguente, segnando una forte battuta d’arresto alla produzione del foie gras. Quest’anno non solo la Francia è colpita da una stagione invernale dell’aviaria particolarmente virulente. Nei giorni scorsi i funzionari in Belgio hanno annunciato di aver abbattuto tre branchi di pollame contaminati: uno a Menin, nell’Ovest del Paese, un altro a Dinant nel Sud e un terzo a Dixmude nelle Fiandre occidentali.
L’agenzia federale belga per la sicurezza alimentare AFSCA, che ha ordinato ai proprietari di pollame di rinchiudere i propri animali per evitare la contaminazione, ha affermato che 20 casi di virus sono stati trovati negli uccelli selvatici. Anche i Paesi Bassi, la Svezia, la Gran Bretagna e l’Irlanda hanno segnalato focolai di influenza aviaria dall’inizio dell’inverno. Le autorità olandesi hanno abbattuto 190 mila polli a novembre dopo la scoperta del virus in due allevamenti. Sono stati segnalati focolai anche in India e Corea del Sud.
Almeno sei stati indiani hanno intensificato gli sforzi questa settimana per contenere due ceppi di influenza aviaria – H5N1 e H5N8 – dopo la morte di migliaia di uccelli migratori, anatre, corvi e polli. Il ministero dell’Agricoltura della Corea del Sud ha dichiarato di aver finora abbattuto 14,9 milioni di pollame da quando ha identificato il primo caso di influenza aviaria altamente patogeno in una fattoria a fine novembre.
Secondo gli esperti il Burian potrebbe arrivare in Italia nei prossimi giorni

Recent Comments