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di Fabrizio Colista – 08/02/2023 16:420

Ricercatori italiani sono riusciti a vedere una galassia

The Astrophysical Journal ha pubblicato uno studio su una galassia particolare perché lontana e oscura. Lo studio è condotto da un gruppo di ricercatori del SISSA in Italia.

Un team internazionale di ricercatori della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) sono riusciti a vedere quella che chiamano una “galassia invisibile”, che in precedenza era sfuggita ai telescopi più avanzati. Il gruppo di astrofisica e cosmologia della SISSA ha collaborato con il centro regionale ALMA dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna.

Nello studio presentato su The Astrophysical Journal, il team usando l’Atacama Large Millimeter/Submillimeter Array, conosciuto come ALMA, ha rilevato che è “compatto e contiene grandi quantità di polvere interstellare e forma stelle a circa 1000 volte la velocità della Via Lattea”. Anche gli strumenti più all’avanguardia non sono stati in grado, fino ad ora, di rilevare questo oggetto estremamente lontano.

Il gruppo di ricerca guidato dalla dottoranda in astrofisica Marika Giulietti della SISSA lo ha descritto come “così oscuro che è quasi invisibile anche a strumenti altamente sofisticati. Le galassie molto distanti sono vere e proprie miniere di informazioni sull’evoluzione passata e futura del nostro universo. Eppure, studiarle è davvero sfidante”.

Questo tipo di oggetti richiede particolare impegno perché, spiega Giulietti, sono molto compatti e quindi difficili da osservare. A causa della distanza poi, riceviamo da loro una luce molto debole. La causa di questo oscuramento è la massiccia presenza di polvere interstellare, che intercetta la luce visibile proveniente da stelle giovani e ne rende difficile la rilevazione con strumenti ottici.

Utilizzando però potenti interferometri è possibile visualizzare le lunghezze d’onda maggiori dove, questi ammassi, possono essere osservati. Fino a ora ne sono stati scoperti un centinaio ma si presume siano molti di più.

La galassia risale a circa 2 miliardi di anni dopo il Big Bang, che gli scienziati stimano sia avvenuto circa 13,8 miliardi di anni fa.

Per ottenere una migliore comprensione della galassia, il gruppo di ricerca ha utilizzato una tecnica nota come lente gravitazionale che utilizza alcuni enormi oggetti celesti, come ammassi di galassie, vicini a noi che distorcono la luce come lenti giganti per aiutare a ingrandire ciò che c’è dietro di loro. Tutto questo è stato possibile grazie alle osservazioni del telescopio ALMA in Cile.

Lo stesso principio viene utilizzato in alcuni casi anche da Hubble.

Allo studio di questa lontana galassia contribuirà in futuro il telescopio spaziale James Webb: i suoi strumenti a infrarossi  permettono di vedere attraverso spessi veli di polvere e di scrutare regioni immensamente lontane del nostro universo.

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FonteSISSA

Scienza e futuro

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