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Della tecnologia stereoscopica 3D senza occhiali di Acer vi abbiamo parlato lo scorso anno, dopo averla però solo incontrata di sfuggita durante un evento. Si tratta di un’idea non inedita ma affascinante, sia dal punto di vista strettamente tecnologico, sia perché promette (e permette) di avere un’esperienza visiva diversa dal solito.

Negli scorsi giorni abbiamo potuto passare un paio d’ore di compagnia del Predator Helios 300 Spatial Labs Edition, portatile da gaming in arrivo nei prossimi mesi che unisce il gusto un po’ esotico della stereoscopia senza occhiali, con una serie di caratteristiche hardware e software pensate per i giocatori, al fine di creare un prodotto non per tutti ma comunque appetibile da un pubblico non di soli designer e creativi.

I PANNELLI SPATIAL LABS

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Al centro dell’esperienza c’è il pannello lenticolare a cristalli liquidi scelto per questo Predator Helios 300 Spatial Labs Edition: un 4K che, attivando la modalità 3D, scende a una risoluzione di 2K per occhio, offrendo due versioni leggermente diverse della stessa immagine così da creare l’effetto profondità. Le telecamere montate sulla cornice dello schermo tracciano invece il movimento degli occhi in modo da aggiustare costantemente l’immagine.

Come detto, non è un’innovazione assoluta ma Acer ha sviluppato una suite di software che permette di rendere fruibili in 3D dei media che altrimenti non lo sarebbero. TrueGame, in particolare, è l’applicazione all’interno della quale sarà possibile lanciare i giochi supportati (al momento sono una cinquantina ma l’idea è quella di allargare la lista e tenerla al passo con le ultime uscite) in questa specifica modalità.

Abbiamo avuto modo di provare Forza Horizon 5 e il risultato è stato piuttosto sorprendente. Dopo qualche istante necessario per rilevare correttamente gli occhi di chi si trova davanti al PC, le immagini in 3D stereoscopico risultavano decisamente più definite rispetto ad altri esperimenti simili del passato, come il Nintendo 3DS, mentre l’adeguamento delle immagini alla posizione della testa rispondeva sempre in maniera corretta.

Restano alcuni limiti per cui determinati elementi in secondo piano, ad esempio gli alberi, che risultano sì staccati dal fondale ma non godono di profondità e hanno un effetto simile a quello dei vecchi videogiochi con lo scrolling in parallasse. In generale tutti quegli elementi che non hanno un computo poligonale particolarmente alto ma si appoggiano alle texture per avere un look più soddisfacente, mostrano il fianco a qualche problema.

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Nonostante questo, e messo in conto un po’ di inevitabile affaticamento alla vista, è innegabile che giocare in questo modo rende le partite più immersive superando alcuni limiti del passato, come l’uso degli occhiali e, almeno in parte, le immagini piuttosto scure. Tra l’altro è ancora più sorprendente se si pensa che non si tratta di contenuti studiati nativamente per essere fruiti in questo modo. Devo dire che mi sono divertito e, finito il poco tempo a disposizione per testarlo, avrei continuato per fare ancora qualche partita.

La suite sviluppata da Acer permette anche, attraverso SpatialLabs Go, di fare un lavoro simile sui video. Lanciata l’apposita modalità è quindi possibile andare ad esempio su YouTube e vedere qualsiasi video riconvertito alla modalità stereoscopica. I risultati, rispetto ai giochi, sono meno impressionanti e la qualità del riconoscimento della posizione degli elementi a schermo non così precisa. Non che sia inutilizzabile, sia chiaro, ma è difficile pensare che possa essere scelta come modalità di fruizione principale, risultando piuttosto una sorta di extra.

Più interessante invece SpatialLabs View Pro che è il software sviluppato per chi progetta in 3D, in modo da poter lavorare su quanto creato osservandolo da più punti di vista, magari mostrandolo anche a colleghi o clienti in modo più completo rispetto a quello garantito dai normali monitor. Supporta i comuni file utilizzati per questo genere di lavori, incluso Datasmith, e quindi si presta anche ad essere integrato con diversi software di modellazione.

IL RESTO DELL’OFFERTA

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La versione testata del Predator Helios 300 SpatialLabs Edition montava, oltre al 15,6 pollici di cui abbiamo parlato, un Intel Core i9 di dodicesima generazione, una NVIDIA RTX 3080 e 32GB di DDR5-4800: una configurazione da top di gamma fondamentale per garantire performance di gioco adeguate anche con la modalità 3D stereoscopica. Come detto, non abbiamo potuto testarlo a lungo e per un giudizio completo dovremo aspettare quando lo avremo tra le mani per alcuni giorni, però ad un primo sguardo non mancava una connettività di tutto rispetto, tra cui HDMI 2.1, Thunderbolt 4 e due USB 3.2 Gen2.

Al momento il Predator Helios 300 SpatialLabs Edition non è ancora disponibile alla vendita ma, quando lo sarà, il prezzo di questa configurazione dovrebbe superare i 4.000 euro. Si tratta, chiaramente, di una soluzione per il momento pensata per pochissimi e che tornerà anche successivamente con nuovi modelli, dotazioni hardware differenti e, nel tempo, immaginiamo anche prezzi più contenuti. Fino ad allora rimane una novità interessante, certamente curiosa da provare e che testeremo volentieri nei dettagli non appena ne avremo modo.