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I primi mesi di attività del governo guidato da Giorgia Meloni sono trascorsi all’insegna di una vera e propria corsa contro il tempo. La scadenza del prossimo 31 dicembre per l’approvazione della legge di Bilancio in Parlamento ha costretto l’esecutivo di centrodestra a concentrare le proprie forze prima nella scrittura del testo approvato dal Consiglio dei ministri, poi nella compilazione del maxiemendamento che contiene tutte le modifiche volute dalla maggioranza e che verrà presentato in Commissione Bilancio nella giornata di lunedì 19 dicembre.

Nonostante la cavalcata per scongiurare l’esercizio provvisorio rappresenti la prima voce tra le priorità della premier, c’è un altro tema assai delicato che sta impegnando in maniera importante le agende dei titolari dei dicasteri: stiamo parlando del raggiungimento di tutti gli obiettivi del 2022 previsti dal PNRR per ricevere i finanziamenti concordati dall’Italia con l’Unione europea.

Riforme in ritardo, PNRR a rischio: come stanno davvero le cose

Lo scorso 22 ottobre, al momento del passaggio di consegne tra Mario Draghi e Giorgia Meloni, la situazione vedeva ancora in bilico ben 29 dei 55 traguardi che il nostro Paese ha l’obbligo di portare a casa per contare su tutte le tranches previste per l’anno corrente. Una situazione che aveva provocato il fastidio della leader di Fratelli d’Italia, uno stato d’animo palesato nel corso della conferenza stampa di insediamento in cui aveva parlato di “gravi ritardi nell’approvazione delle riforme previste” dagli accordi con l’Europa.

Anche nei giorni successivi la presidente del Consiglio ha mostrato una preoccupazione via via crescente in merito alle tante incognite per il rispetto delle scadenze di fine anno. Tanto da aver deciso di nominare un ministro ad hoc per monitorare l’andamento dei progetti, quel Raffaele Fitto che da anni rappresenta una delle personalità più fidate per Giorgia Meloni. Da qui e per i prossimi anni il suo compito sarà proprio quello di “marcare a uomo” tutti i colleghi affinché non vi sia più alcun intoppo nel conseguimento degli obiettivi prestabiliti.

PNRR, quali sono gli obiettivi in ritardo e cosa farà il governo

A pochi giorni dall’arrivo del 2023, pare proprio che la linea dura della premier abbia già iniziato a dare i suoi frutti, dato che nel giro di nemmeno otto settimane il quadro sembra aver assunto dei contorni del tutto diversi da quelli che il governo si è ritrovato ad affrontare. Ad oggi infatti sono solamente 15 i dossier che dovranno trovare una piena realizzazione prima della notte di San Silvestro e il governo nelle scorse ora ha assicurato che “sono stati tutti avviati e in corso di finalizzazione“.

Tra questi, due sono già stati approvati in Consiglio dei ministri e riguardano il riordino della disciplina degli istituti di ricovero e cura (in capo al dicastero della Salute) e il decreto attuativo della legge sulla concorrenza sui servizi pubblici locali, materia di competenza di Matteo Salvini e del suo ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Ora le prossime tappe vedranno protagonisti altri rappresentanti del governo, in particolare Gilberto Pichetto Fratin (titolare dell’Ambiente) e il senatore Alessio Butti, che detiene la delega sull’Innovazione tecnologica. Entrambi dovranno portare a termine i loro ultimi obiettivi, a cui il governo dovrà affiancare l’approvazione delle norme sulla cybersecurity. Solo allora il contributo del PNRR potrà dirsi davvero al sicuro.