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Il ministro del Turismo Daniela Santanché propone di pagare di più i giovani che lavorano nel weekend per incentivarli ad accettare di lavorare nel settore turistico. E così, dopo la proposta di detassare le mance, la titolare del dicastero competente in materia torna a proporre misure nel disperato tentativo di convincere i giovani a lavorare nel settore turistico. Peccato che Santanché non solo ignori le reali motivazioni che hanno portato molti giovani e meno giovani a disertare il campo del turismo negli ultimi anni, ma da ministro competente nel corso di questi mesi non ha nemmeno mai proferito parola per commentare le molteplici inchieste che dimostrano quali siano, troppo spesso, le condizioni professionali e salariali proposte da molti ristoratori, albergatori e titolari di stabilimenti balneari, in totale disapplicazione del contratto collettivo nazionale che dovrebbero assicurare. E se non rispettano l’attuale ccnl, figuriamoci se applicherebbero così a cuor leggero ulteriori maggiorazioni oltre a quelle già previste e troppo spesso ignorate. 

Dovrebbe sapere il ministro, o quantomeno aver sentito in giro, che ci sono una marea di imprenditori del settore che provano a offrire grassi compensi da 800/1.000 euro al mese tutto compreso per lavorare anche oltre 10 ore al giorno senza riposo durante la stagione estiva. Niente maggiorazioni per straordinari, notturni e turni festivi. Queste offerte sono una costante, non l’eccezione. Imbattersi in proposte del genere è molto facile: basta inviare il proprio cv in risposta a molti annunci per scoprire le condizioni, come ha più volte dimostrato la collega Chiara Tadini con le sue inchieste condotte nella Riviera Romagnola e in altre località turistiche del Sud. O come dimostro io ormai da mesi, tutti i santi i giorni, rilanciando offerte totalmente irregolari pubblicate, alla luce del sole, da molti esercenti sul Web.  

Contratti sempre irregolari

Non serve Sherlock Holmes per reperire alcuni elementi che possono agevolmente spiegare perché da anni mancano decine di migliaia di addetti nel settore turistico. Basterebbe anche solo ascoltare le testimonianze di decine di migliaia di ex lavoratori di ristoranti, alberghi e strutture balneari che hanno deciso di abbandonare il campo del turismo proprio perché stufi di dover sottostare a condizioni totalmente irregolari.  

Ogni estate, soprattutto a cavallo di Ferragosto, l’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) conduce ispezioni a tappeto nelle più rinomate e battute località turistiche dello Stivale. E sapete quali sono i risultati? Migliaia di sanzioni per irregolarità dal punto di vista dell’applicazione del ccnl e della sicurezza del lavoro, tra riposi negati e decine di ore di straordinari imposti e spesso non retribuiti, per non parlare del lavoro nero o dei finti contratti part-time che in realtà nascondono prestazioni più che full time non correttamente retribuite. Questa è la situazione in uno dei settori che, sempre secondo l’Ispettorato nazionale del lavoro, risulta essere tra i tre che presentano la maggior incidenza di lavoro irregolare.  

Di questo però nessun esponente del Governo parla mai, ministro Santanché compresa. Mai nessun commento istituzionale in questi mesi è arrivato da Palazzo Chigi in risposta alle tante inchieste che dimostrano l’esistenza di una situazione più che allarmante e cercano di ridimensionare i piagnistei degli imprenditori del settore che militarmente ogni giorno occupano giornali e tv lamentandosi di non riuscire, inspiegabilmente, a trovare personale per le loro strutture. Non un esame di coscienza, non un accenno a quell’enorme elefante nella stanza che tutti fingono di non vedere nella speranza che un giorno scompaia nel disinteresse generale. No, è molto più semplice proporre soluzioni che non verrebbero mai applicate da nessuno e attaccare i soliti giovani svogliati che preferiscono divertirsi anziché lavorare nel turismo durante il week-end e i giorni festivi. Sapete che c’è? Fanno benissimo. 

Perché non si trova nessuno nel turismo, spiegato bene al ministro