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Fusione Nucleare

Nonostante l’esperimento riuscito negli Stati Uniti, la fusione nucleare è ancora lontana dall’uso commerciale. Ma nel lungo periodo potrà essere un’alleata fondamentale per la decarbonizzazione. Il punto di Marco Dell’Aguzzo

Per la prima volta, un esperimento di fusione nucleare ha prodotto più energia di quanta ne è stata consumata durante il processo.

Quello ottenuto dal laboratorio Lawrence Livermore della California è un risultato straordinario e storico, che ci avvicina a una tecnologia che promette elettricità abbondante, stabile, priva di CO2 e anche povera di scorie radioattive.

Piano con gli entusiasmi, però. Nonostante il traguardo raggiunto negli Stati Uniti, la fusione nucleare deve ancora superare tante sfide ingegneristiche ed economiche, ed è lontana dall’uso commerciale.

Difficilmente, quindi, darà un contributo determinante alla transizione energetica. Anche perché le tecnologie utili alla riduzione immediata delle emissioni – rinnovabili, batterie, combustibili bio e sintetici, cattura del carbonio, fissione nucleare – sono già disponibili e provate, oppure si trovano a un livello di sviluppo più avanzato.

Ma la ricerca non deve fermarsi. Perché nel lungo periodo, quando saremo (si spera) già arrivati alla neutralità climatica, la fusione potrà essere un’alleata fondamentale per la decarbonizzazione profonda delle attività umane.

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