
di Alessandro Fulloni
I bagliori: «C’erano delle luci a riva: gli scafisti hanno pensato fosse la polizia e hanno cambiato rotta ma prima hanno alleggerito il peso buttando gente in acqua»
«Era buio, saranno state le cinque circa. A un tratto gli scafisti, quattro in tutto, mentre eravamo a cinquecento metri dalla riva, hanno scorto delle luci, fasci provenienti da torce che illuminavano l’oscurità verso l’alto. Si sono spaventati, hanno pensato che fossero le forze dell’ordine che li aspettavano. Allora hanno cambiato rotta per approdare da un’altra parte. Ma c’era da far presto, aumentare la velocità: l’unico modo è stato quello di alleggerire il peso a bordo. Così hanno gettato gente in mare tra le onde che intanto sballottavano il motopeschereccio. Quanti? almeno venti persone». Sono alcune testimonianze emerse ieri dai sopravvissuti al naufragio e raccolte — «con fatica, sono tutti traumatizzati, hanno perso padri, madri, figli, mogli, mariti» — da Loredana Pisani, direttrice del centro diocesano Migrantes di Crotone, 50 anni, insegnante liceale di religione.
Le testimonianza
Racconti appresi soprattutto in ospedale, tradotti dai mediatori culturali della Questura e delle associazioni di volontariato. Ancora sconvolta per quello che ha…