
Netanyahu non parlerà al paese a seguito delle minacce dei suoi ministri di sciogliere il governo in caso di ritiro della riforma. Bloccati i voli dall’aeroporto di Tel Aviv
Benjamin Netanyahu potrebbe ritirare la riforma della giustizia, approvata in commissione Giustizia e ora pronta per il voto finale della Knesset, a seguito delle proteste da record di questa notte e della prima mattinata di oggi. Lo riportano diversi media israeliani.
Netanyahu avrebbe dovuto parlare al pubblico alle 10 di oggi, ma il discorso è stato rimandato a causa della spaccatura nel governo di estrema destra, provocata dall’annuncio del possibile ritiro del progetto di legge
Ben Gvir minaccia la crisi
Itamar Ben Gvir, conoverso ministro della Sicurezza nazionale ha detto che fermare l’approvazione della riforma da parte della Knesset equivarrebbe ad «arrendersi agli anarchici» e ha minacciato di sciogliere la coalizione di governo.
Anche il ministro del Patrimonio culturale, Amichai Eliyahu, ha detto che il primo ministro, ritirando la riforma, «cederebbe alla coercizione politica» dei manifestanti.
Di diverso avviso il presidente Isaac Herzog che ha chiesto a Netanyahu di fare un passo indietro sulla riforma, per molti liberticida, «per l’unità del popolo d’Israele, per la responsabilità».
Su questa stessa linea l’ormai ex ministro della difesa, Yoav Gallant, che, destituito da Netanyahu proprio per le sue posizioni contrarie alla riforma, ha detto che il momento di crisi interna al paese offre «ai nemici d’Israele» un’opportunità unica per «attaccare il paese», con particolare riferimento all’Iran.
Il capo del partito Israel Beitenu, partito di destra ma fuori dalla coalizione, ha chiesto, insieme al ritiro della riforma, le dimissioni di Netanyahu e del ministro della Giustizia Yariv Levin, autore della riforma.
Gli scioperi
Sono iniziati gli scioperi annunciati in queste ore dalla società civile israeliana. La prima protesta ad avere luogo è stata quella dei lavoratori aeroportuali, con il sindacato che ha sospeso le partenze dall’aeroporto di Ben Gurion, Tel Aviv. Ad annunciarlo Pinchas Idan, leader del sindacato di settore ed esponente del Likud, il partito di Netanyahu.
Previsti anche gli scioperi del settore medico e delle autorità locali, oltre che di industrie e attività commerciali.
© Riproduzione riservata