
“Lo sport, espressione d’amicizia e di vicinanza attorno a delle regole del gioco che non devono essere incrinate e sporcate dalla conflittualità”: con queste parole il Vescovo Ausiliare Mons. Cesare Di Pietro, durante la Santa Messa celebrata in occasione della “Pasqua dell’Arbitro”, attraverso sapienti collegamenti con il Vangelo del giorno, ha incoraggiato i giovani professionisti della Sezione AIA (Associazione Italiana Arbitri) di Messina a vivere il loro impegno calcistico con la massima dedizione, come dono gratuito di sé, proprio come Gesù che, per amore, non risparmiò affatto la propria vita.
Il Vescovo ha ribadito l’importanza dello sport che permette di divertirsi, sentendosi uniti da forti legami di amicizia e di fraternità, che consentono agli arbitri di essere promozionali anche davanti alle fragilità che si possono riscontrare in campo. Solo così, mettendosi in gioco per amore, si potrà raggiungere la felicità personale e diffondere, anche in chi ci sta accanto, il profumo dell’amore di Cristo. Se invece al dono gratuito di sé si contrappongono il calcolo, l’interesse, lo scopo, se non viviamo la cordiale amicizia, la gratitudine per quanto dal buon Dio abbiamo ricevuto, allora… tutto perde valore e prevale l’infelicità. Da qui, l’invito a rinnovare l’impegno sportivo alla luce dei valori della solidarietà e della condivisione.
Il Vescovo, infatti, ha evidenziato la valenza positiva del gesto compiuto dagli associati che, in tale circostanza, hanno avuto l’opportunità di offrire dei viveri da recapitare ad alcune famiglie indigenti della città, seguite dal gruppo “Padre nostro…Padre di tutti”, con il quale l’AIA da una decina d’anni ha instaurato un rapporto di collaborazione solidale. Un clima familiare, intimo, fondato sull’essenzialità, sull’affetto, sulla stima, sulla valorizzazione dei talenti e sulla condivisione sono gli elementi che hanno caratterizzato la “Pasqua dell’arbitro” messinese, iniziativa sospesa dal 2019 a causa della pandemia, ma tanto desiderata e attesa.
Significativa anche la presenza intorno alla Mensa Eucaristica, del diacono Nino Buttà, del ministrante Giovanni De Luca, dei cantori Giovanni, Mimma e Salvatore, della Comunità Maria, che con gioia e spirito fraterno hanno animato la Celebrazione. Ecco quindi come, attraverso gesti semplici di condivisione e attraverso la preghiera, che tutti unisce come in un abbraccio, in una sala gremita da arbitri giovani e meno giovani e da vari responsabili, si sono concretizzati tre aspetti fondamentali dello sport: amicizia, solidarietà e condivisione, valori che danno sapore all’esistenza e che si sostanziano di quel Dio che sempre ci sostiene, ma che soprattutto accompagna gli arbitri che, al di là di ogni regola, si ritrovano poi soli in campo, spesso in situazioni poco tranquille.