
La Corte Penale dell’Aia firma il mandato di cattura internazionale per Vladimir Putin. Il presidente della Federazione Russa è quindi ufficialmente ricercato per crimini di guerra. Nello specifico: “dopo aver deportato bambini e adolescenti ucraini in Russia.” Un provvedimento analogo è stato preso contro Maria Lvova-Belova, la commissaria di Mosca per i diritti dei bambini che ha curato i trasferimenti e l’organizzazione dell’accoglienza negli orfanatrofi e presso nuove famiglie. Esulta Zelensky: “È una decisione storica, l’inizio della fine” per Putin. Dal Cremlino, però, ribattono con un eloquente “carta igienica” rivolto agli atti giudiziari.
A firmare l’ordine di cattura internazionale sono stati tre giudici: l’italiano Rosario Aitala, la giapponese Tomoko Akane e il costaricano Sergio Ugalde. Se Putin e Lvova-Belova dovessero uscire dai confini della Russia, potrebbero essere arrestati dalle forze di polizia di uno qualsiasi dei 123 Stati che hanno firmato la convenzione. Secondo Kiev, sono oltre 16mila i bambini ucraini deportati in Russia, mentre i rapporti internazionali parlano di almeno 6mila deportazioni. La maggior parte di questi bambini provengono dal Donbass, da Mariupol e dal Donetsk. L’obiettivo è quello di trasportarli nelle strutture russe per “rieducarli”. Sono state individuate almeno 43 di queste strutture, di cui 12 intorno al Mar Nero, 7 nella Crimea occupata, 10 intorno Mosca, Kazan ed Ekaterinburg. Altre nelle regioni dell’estremo Est della Russia, di cui 2 in Siberia.
Mandato di arresto per Putin: il dossier che parla di 6mila ragazzi deportati
Nel dossier curato da un centro di ricerca dell’Università di Yale, si precisa che “i genitori sono stati costretti. Ingannati con la promessa di un trasferimento temporaneo o non interpellati del tutto. E i moduli di affido compilati con firme false.” Inoltre, l’effettiva capacità dei genitori di rilasciare un consenso effettivo è messa in discussione considerato “lo stato di guerra e la minaccia implicita delle forze di occupazione rappresentano una forma di costrizione costante.” Nel rapporto è specificato anche che “tra febbraio 2022 fino a gennaio 2023 sono stati trasferiti più di 6mila giovani di età compresa tra i 4 mesi di età e 17 anni.”