l’asta-per-i-capi-di-andre-leon-talley-raggiunge-1,4-milioni-$

I capi e i cimeli del noto ex Art director di Vogue America André Leon Talley hanno più che raddoppiato le stime iniziali all’asta di Christie’s a New York, tenutasi proprio sullo scadere della settimana della moda newyorkese. La somma raccolta, per un totale di 64 lotti, è stata di ben 1,4 milioni di dollari (circa 1,3 milioni di euro), di gran lunga superiore a quella prevista inizialmente dalla casa d’aste di Midtown e che, come riportato da Wwd, si sarebbe dovuta aggirare tra i 300 e i 400mila dollari. Sempre rispetto a quanto di legge sulla testata americana e secondo quanto dichiarato dalla stessa casa d’aste, degli offerenti registratisi per comprare gli oggetti e i vestiti appartenuti a Talley il 30% erano clienti nuovi per Christie’s e, nello specifico, il 40% di loro erano Millenials. 

A riscuotere un forte successo e a superare di molto le stime di prevendita c’è stato anche il cappotto rosso Sleeping Bag di Norma Kamali, venduto per 25.200 dollari (circa 24mila euro) e andato ben oltre la prevendita di 500 dollari. Un capo, tra i più iconici della collezione di Talley, e che proprio la popstar Rihanna ha voluto omaggiare, in ricordo del suo amico, durante il Super Bowl di domenica scorsa con un puffer rosso molto simile della maison Alaïa.

Tra gli altri oggetti personali sono state vendute anche un set di tre valigie in tela laccata Louis Vuitton con le sue iniziali ‘ALT’ per la cifra di 94.500 dollari (circa 89mila euro), superando di oltre 31 volte la stima minima prima dell’asta, e un baule, personalizzato con la scritta ‘André Leon Talley’, noto perché apparso nel suo cameo in Sex and the City del 2008, battuto all’asta per 44.100 dollari (circa 41mila euro). Quanto raccolto andrà tutto a beneficio di due chiese nere care all’ex Art director.

Talley ha iniziato la sua carriere grazie alla storica direttrice di Vogue America Diana Vreeland, per andare poi a lavorare, giovanissimo, nel megazine di Andy Warhol. Noto per la sua amicizia con svariate personalità influenti del mondo della moda, come ad esempio Karl Lagerfeld, ha rappresentato anche un’importante svolta per il sistema editoriale dell’epoca, diventando il primo art director nero di Vogue. A lui è stato dedicato, nel 2017, un documentario dal titolo ‘The Gospel According To André’. Nel 2020 tornò invece a far parlare di se per il suo libro ‘The Chiffon Trenches: A Memoir’, nel quale parlava apertamente del controverso rapporto con Anna Wintour, attuale Editor in Chief di Vogue America oltre che sua collaboratrice e amica di lunga data.

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