La siccità sta colpendo fiumi e laghi: cosa rischia l’agroalimentare italiano

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Roma, 20 feb – La siccità e la mancanza di piogge stanno diventando un problema per l’agroalimentare italiano, come riporta anche l’Agi. Il caldo anomalo e l’inverno piuttosto mite potrebbero creare danni molto seri a tutto il settore.

Allarme siccità al massimo: cosa rischia il settore agroalimentare

Coldiretti monitora la situazione e lancia l’allarme: la siccità mette a rischio l’agroalimentare. Coltivazioni “fregate” dal clima anomalo, ortaggi che maturano precocemente e totale caos nella produzione di piante da frutta. Il 2022 del resto ha registrato un dato impressionante: circa il 30% di pioggia in meno, con tutto ciò che comporta per le irrigazioni. E il 2023 è iniziato peggio, con l’assenza di precipitazioni stabili, una temperatura media di quasi 1 grado in più rispetto allo storico, e un Nord che climaticamente somiglia stranamente al Sud. Sempre secondo Coldiretti, l’anno scorso si sono persi 6 miliardi di euro a causa della siccità. Nel presente potrebbero essere coltivati 8mila ettari in meno. Con danni enormi per le semine di mais, necessarie per alimentare il bestiame. Dal bacino del Po, in piena secca al momento dipende un terzo della produzione agricola. Il che porta alla più naturale e preoccuante delle conclusioni: la siccità potrebbe mettere in ginocchio l’agroalimentare nazionale.

“Raccogliere l’acqua piovana”

Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini lancia una proposta che suona, però, piuttosto disperata: “Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità e aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%”. Poi aggiunge che “insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita”. Inoltre precisa Prandini che l’intervento è “necessario anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo”. Infine: “Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività’ dell’intero settore alimentare”.

Alberto Celletti

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