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Echi sonori si intrecciano con apparizioni corporee e tracce visive: sembra di essere in un sogno e in parte è proprio così, perché il titolo della installazione immersiva che comparirà nel giardino dell’hotel ME Milan Il Duca il 16 aprile, è Together in Electric Dreams.

In occasione della Milano Design Week (17-23 aprile) e fino al 3 maggio chiunque potrà provare a immergersi in questa originale “camera da letto”, un’opera corale curata da Francesca Gozzi e realizzata da (ab)Normal, che è stata pensata come un luogo dell’essere, dell’ozio, dove fermarsi per un po’ e riflettere sul rapporto con il proprio sonno, con i propri sogni e con la notte.

La partecipazione al Salone del Mobile, scegliendo di installare un’opera artistica all’interno dei propri spazi, conferma la vocazione ME by Meliá, brand lifestyle del gruppo Meliá, ad avvicinare e affascinare la clientela amante dell’arte contemporanea e del design, della cucina internazionale e della musica. L’hotel ME Milan Il Duca ha infatti un forte legame con l’architettura e il design. Situato in piazza della Repubblica, di fronte alla stazione Centrale, l’edificio che lo ospita fu ridisegnato e ampliato tra il 1988 e il 1991 da un architetto di fama mondiale, Aldo Rossi, che lo rese un capolavoro dell’architettura moderna italiana. Gli interni moderni del ME Milan Il Duca sono invece stati progettati da Alvaro Sans e Studio Mortini.

Nella serata inaugurale del 16 aprile (solo su invito) gli echi sonori all’interno dell’installazione Together in Electric Dreams si intrecceranno con apparizioni visive: un video-sonoro di Hyperscape Research Office che dilata il tempo e lo spazio e alcune figure di Erica Curci che ricordano i corpi insonni – o i corpi nel sogno, o le tante identità addormentate che ci abitano – fanno la loro comparsa sulla scena; le figure scompaiono, trascinate e silenziose come sono arrivate, presto sostituite da una voce che legge un testo in cui si scontrano più voci, come in un coro: le voci di scrittori, studiosi, artisti, cantanti, predicatori, ubriachi al bar, che hanno riflettuto sul luogo dell’insonnia – la notte – come spazio produttivo di trasformazione e resistenza (qui è Francesca Flora che legge un testo di Erica Petrillo). La serata si chiuderà con un cambio di suono (questo di Macchine Sonore), meno astratto ma sempre onirico, che accompagna i visitatori a una decompressione prima di lasciare l’installazione.

La settimana successiva, l’ambiente immersivo rimarrà aperto e visitabile per tutti dalle 10 del mattino alle 9 di sera, arricchito dalle registrazioni sonore e visive effettuate durante la serata di inaugurazione, con riferimenti diffusi anche alle altre sale dell’edificio attraverso sistemi audio e proiezioni.