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In un’intervista al Corriere della Sera, il politicamente scorretto Checco Zalone parla (quasi seriamente) di politica. Pur sempre «uno che non prende partito», rivela i partiti a cui ha dato il proprio voto. Da Berlusconi a Renzi

Re (anche al botteghino) del politicamente scorretto, caricatura vivente di tutti i vizi dell’italiano medio, crocefisso (a Sanremo 2022) per una gag su Cenerentola transessuale. La curiosità è lecita: ma Checco Zalone, politicamente, da che parte sta?

Checco Zalone ha votato Pd

Risolve il dubbio un’intervista rilasciata dal regista e attore, di cinema e di teatro (è in tour con Amore + Iva), ad Aldo Cazzullo, del Corriere della Sera. «Sono del 1977, votai per la prima volta nel 1996: Berlusconi secco. Perse. Poi non mi ricordo: ho rimosso. Di sicuro ho votato Renzi, e ha perso pure lui. L’ultima volta ho votato Pd, e ha straperso». Lui sottolinea: «Voto per i perdenti». Noi strabuzziamo gli occhi: ebbene sì, Checco Zalone ha votato il Partito Democratico. Uno scoop, sottolinea Cazzullo.

Ma ha cucinato per Giorgia Meloni: «Hai intolleranze, oltre a quelle che conosciamo?»

E la Meloni? «Un’estate ero in vacanza in Puglia con gli amici delle mie figlie, tutti fascistoni, quindi fan di Giorgia. Pure lei era in vacanza lì vicino». L’attuale presidente del Consiglio mandò un WhatsApp all’attore, chiedendogli un incontro. Ma lui, che «non incontro mai politici», le rispose con un altro messaggio. «Abbiamo affittato un villino anni 80 (condonato). Ci sono panzerotti, riso patate e cozze, parmigiana, latticini… Hai allergie e intolleranze, oltre a quelle che già conosciamo?”». La Meloni rispose seria di essere allergica alle nocciole. Poi però la chat continua… «Qui comincia la parte erotica, ma non posso fargliela leggere», scherza Zalone.

Checco Zalone e i migranti

Nell’intervista anche tante altre chicche. Per esempio, circa un tema per un prossimo film di Zalone: il narcisismo di massa, male del secolo secondo l’attore. «Ognuno è libero di sparare le sue nullate, di ferire, di offendere, senza conseguenze».

Zalone ricorda il successo del suo ultimo film Tolo Tolo, uscito il primo gennaio 2020, alla vigilia della pandemia. Con la canzone finale sulla cicogna strabica, che decide il destino dei bambini, chi nasce in Occidente chi in Africa.

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Ci fu chi ci lesse un impegno civile ma «nelle mie intenzioni non c’era. Questa distinzione tra nero e bianco mi pare superata: non è che far affogare i migranti sia di destra e salvarli sia di sinistra».

L’impegno civile? «Sono uno che non prende partito»

Ancora una volta, Zalone rivendica il suo essere non impegnato, «uno che non prende partito». Tolo Tolo era in effetti stato lanciato con una canzone ispirata ad Adriano Celentano, Immigrato, accusata di razzismo.

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Nel suo nuovo singolo, Checco Zalone è “Sulla Barca dell’Oligarca”

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«…Che aveva fatto ben sperare al destrismo italiano. I cattivi ci sono rimasti malissimo. Ma a me ha dato più fastidio la reazione degli altri, i buoni, quelli che dicevano: è decisamente uno dei nostri».

E invece Checco Zalone non è di nessuno. O è di tutti, che poi è lo stesso. Ci piaccia o no.

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