

Giorgio Carbone
Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all’attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per “La Notte” dal 1971 al 1995. Per “Libero” dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

IL GATTOPARDO La 7 ore 21.15 con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. Regia di Luchino Visconti. Produzione Italia 1963. Durata: 3 ore
LA TRAMA Chi si rivede il kolossal , di Luchino Visconti (che appunto perchè kolossal mandò la Titanus all’amministrazione controllata) nella versione restaurata (pare) per appassionato interessamento di Martin Scorsese. Il Gattopardo è l’orgoglioso principe siciliano Salina che nel 1860 all’arrivo nell’isola dei garibaldini capisce che il suo mondo di sempre sta franando. Urge adeguarsi. Perchè come gli dice il nipote prediletto Tancredi “Tutto deve cambiare perchè tutto rimanga come prima”. Tancredi si adegua unendosi ai garibaldini e sposando una bella e ricca borghese figlia di un usuraio.
PERCHE’ VEDERLO perchè rimane un superbo spettacolo (anche se a tratti noiosetto) e offre una grande interpretazione di Burt Lancaster (Lancaster lo ricordò sempre come il film della sua vita). Certo, alla faccia delle idee comuniste di Visconti, rimane uno dei film più reazionari della storia del cinema. “Noi fummo i gattopardi, i leoni ,ora arriveranno le jene e gli sciacalli” è la sconsolata conclusione di Salina e del film. Possibile che in 160 anni di storia italiana il paese sia stato abitato solo da jene?