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Monica Guerritore è pronta a firmare il suo primo film per il cinema. La sfida che l’attrice e ora regista ha deciso di intraprendere è quella di far rivivere il ricordo dell’immensa Anna Magnani, di cui il prossimo 26 settembre 2023 ricorrono i 50 anni dalla morte.

Monica Guerritore e «gli occhi della Magnani»

Monica Guerritore ha deciso di parlare per la prima volta in maniera approfondita di questo suo nuovo progetto nella puntata di ieri, 1° gennaio, di Domenica In. La conduttrice Mara Venier ha voluto comprendere fin da subito da dove fosse nata l’idea di girare un film su Anna Magnani.

«Sono commossa perché è il primo giorno dell’anno, tu sei una donna speciale, una donna molto forte, una donna coraggiosa e molto generosa. Il tuo programma è molto popolare e tu oggi riporti Anna Magnani al suo pubblico. Questa è la cosa più importante», le ha detto Guerritore, ringraziandola per l’invito.

E ha spiegato. «È vero che io ho incontrato Anna Magnani da tempo, come tutte le attrici italiane la incontrano. Ma l’ho incontrata quando ha interpretato La lupa. Ho avuto davanti a me sempre nella mia stanza una sua immagine, con i suoi occhi che mi guardavano. I suoi occhi di quando fa La lupa. Quegli occhi, a volte, sono nel film. Sono gli occhi della Magnani. E da quel giorno ho continuato a pensare a lei».

Monica Guerritore ai Nastri d’Argento Grandi Serie 2022, il 4 giugno 2022 a Napoli. Credit: Daniele Venturelli/Daniele Venturelli / Getty Images

«Attraverso i suoi personaggi è stata restituita la dignità dell’Italia nel mondo»

Tra i tanti meriti di Anna Magnani, ce n’è sicuramente uno molto forte, secondo Monica Guerritore. «La sua forza, la sua dignità, il suo carattere hanno restituito l’Italia al mondo attraverso la sua immagine. Lo diceva Rossellini. L’Italia umiliata, l’Italia vinta… Attraverso i suoi personaggi – quello in Roma città aperta, per primo – è stata restituita la dignità dell’Italia nel mondo», ha spiegato. «Ma la sua forza nascondeva qualcosa… Una vita difficile».

A proposito di questo, Monica Guerritore ha voluto ricordare con Mara Venier il momento in cui Anna Magnani vinse l’Oscar come Migliore attrice protagonista per La rosa tatuata (fu la prima attrice non di lingua inglese a ricevere questo premio). «Il mio film è un punto di vista, una biografia immaginaria dove cerco di capire quali sono le motivazioni di alcune cose che poi sono apparse al pubblico. Il 21 marzo 1956 lei vince l’Oscar. Ma non aspetta a casa, accanto al telefono che per tanto tempo non ha suonato.. Lei esce, si infila dei biscottini nelle tasche e va a dare da mangiare ai suoi gatti: lei è una gattara», ha raccontato.

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«Lei aspetta passeggiando per Roma. E all’alba è proprio il popolo di Roma ad annunciarle che ha vinto l’Oscar. È il popolo che la porta a casa. Quell’alba dovrebbe essere l’inizio di una vita finalmente facile e invece è l’inizio della sua fine, perché ha vinto troppo e ha vinto tardi. Aveva quasi 50 anni…».

I pregiudizi sulle registe donne

Le riprese di Anna inizieranno i primi giorni di giugno. E, oltre a essere regista, Monica Guerritore è anche sceneggiatrice. «Ho scritto la sceneggiatura perché ce l’avevo dentro. Sapevo che volevo partire da quella notte, in cui lei fa la diva addormentata».

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L’impegno innamorato di Monica Guerritore sta incontrando anche alcuni pregiudizi. «Devo combattere per il fatto che un’attrice possa fare anche la regia. Io faccio la regia ormai da tanto tempo per il teatro… Per un collega maschio sarebbe diverso. Devi un pochino dare le credenziali, in qualche modo…».

E rispetto a questo suo imminente debutto come regista per il cinema, Monica Guerritore ha scherzato. «Sono contenta di essere un’opera prima attempata». E ha confessato. «Stiamo cominciando a vendere il film all’estero e cerchiamo di avere l’appoggio del Ministero, delle piccole medie imprese… L’Italia deve sostenere questo progetto perché l’Italia è Anna Magnani. Quindi lo deve sostenere».

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Infine un impegno. «Leggerò la sceneggiatura nei teatri, nelle scuole, nelle università, dove mi chiamano, a ingresso gratuito. Voglio che il pubblico – anche quello del teatro – si avvicini per step a questo lavoro che diventerà poi il film. Si deve innamorare di lei».

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