
Grattacieli, isole artificiali e un livello di sicurezza altissimo si mischiano al deserto sabbioso del Qatar, uno dei pochi le cui dune scendono fino al mare del Golfo Persico. La città di Doha, capitale dello Stato, sta cercando di unire il suo lato futuristico e ultra-innovativo con gli aspetti della tradizione e della storia del Paese, che vanta le sue radici in un popolo di pescatori di perle. Il destino del Qatar cambia quando nel 1939 gli inglesi scoprono il petrolio sotto la superficie. Dieci anni dopo, la prima estrazione. Iniziava in quel momento l’evoluzione di un Paese che oggi vanta il titolo di più sicuro al mondo. Il clima caldo e senza pioggia di aprile lo rendono la meta adatta per una vacanza durante le ferie pasquali, in cui unire le visite alla città, le spiagge appena fuori dal perimetro di Doha e le escursioni nel deserto.
Arte e cultura: cosa vedere a Doha
Museo Nazionale del Qatar
Progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, è il museo principale della città e la sua forma richiama una rosa del deserto, le formazioni rocciose create dal vento nella sabbia. In uno spazio di oltre 40.000 metri quadri, si ripercorre tutta la storia e le vicissitudini del Paese, dalla pesca delle perle alle carestie, fino alla guerra e la scoperta del petrolio. Il museo accoglie i suoi spettatori con l’opera d’arte Motherland, una scultura che richiama la forma di una tipica maschera delle donne qatare, la battoola, a richiamare il ruolo femminile nella società, ancora marginale ma in evoluzione, nonostante la religione musulmana ancora parzialmente conservativa nel Paese.
Museo Nazionale del Qatar
Souq Waqif
Il souq è la parte più tradizionale di Doha, che interrompe lo skyline dei grattacieli della città. Purtroppo di realmente antico non è rimasto niente. Nel 2004 il mercato, che ricorda anche nei suoi nuovi tratti la medina di Marrakech, è andato completamente a fuoco a causa di un incendio, e poi ricostruito sulla base della struttura originale. In questo dedalo di strade, odori e colori si trovano botteghe di ogni genere: alimentari, decorative, di vestiario e materiale religioso.
Souq Waqif
Msheireb
Se il souq rappresenta il legame della città con la tradizione, il quartiere di Msheireb vuole simboleggiare l’incredibile studio di innovazione e sostenibilità che il Qatar vanta. Si tratta di una zona della città totalmente autosostenibile, riqualificata nel 2010 dalla madre dell’emiro attuale, Mozah bint Nasser al-Missned. In una città piena di auto e grandi grattacieli isolati, la volontà della filantropa era riadattare il quartiere alla vita comunitaria, creando un’area quasi del tutto pedonale e dotata di ogni servizio. Tutto è studiato nel minimo dettaglio per rendere al meglio: la forma delle strade per incanalare il vento, le vie strette per proteggersi dal sole, e un sistema incredibilmente moderno nel sottosuolo per facilitare la gestione dei servizi di lavanderia e spazzatura. Come una piccola città sotterranea.
Il quartiere Msheireb
The Pearl
Come immaginate una città a metà tra Beverly Hills e Venezia? Doha, nel quartiere The Pearl, ha provato a ricreare il mood delle due città in un solo luogo. Casette colorate, canali d’acqua come vie, piccoli ponticelli e palme che incorniciano la zona più residenziale della città. Un’impronta molto occidentale che ricorda il set di un film.
Il quartiere The Pearl
Il deserto, la radice del Qatar
Agli abitanti del Qatar, che ormai si sono abituati a vivere in grandi palazzi residenziali perfettamente funzionali, piace ribadire che le loro radici, in realtà, si trovano nel deserto. Il legame viscerale che i cittadini di Doha hanno nei confronti della distesa di sabbia li porta ad andare nel deserto appena hanno un momento libero, nonostante sia leggermente distante dalla città.
Il deserto del Qatar si affaccia sul Golfo Persico
AFLAH P HUSSSAIN
Per arrivare alle dune ci si deve addentrare un bel po’ nella sabbia, fino a quando non si possono più intravedere le luci e gli stabilimenti di Doha. Da quel punto in poi il deserto è mozzafiato. Le distese del Qatar sono tra le poche al mondo che arrivano fino al mare, creando uno scenario incredibile. Alla periferia del deserto numerose agenzie organizzano tour per attraversare le dune. Si può fare dunebashing con la jeep oppure, per un’esperienza più sostenibile, «noleggiare» un cammello.
Camel racing
Dove mangiare
Il ristorante Bayt Sharq si trova nella storica abitazione di un capo di spedizioni di perle. Immerso nel cortile della casa, ricrea una sorta di oasi in mezzo al terreno brullo della periferia di Doha. A tavola si possono assaggiare anche specialità libanesi, che rappresentano il 30% delle tradizioni culinarie del Qatar. Come il Tabbouleh, un’insalata a base di bulgur, prezzemolo tritato fine, verdure ed erbe aromatiche. Da provare anche l’hummus alla barbabietola e mandorle, dal colore acceso e il sapore delicato.
Di questo locale, immerso in una delle zone del souq di Doha, colpisce la storia sorprendente. Shams era una donna di casa, che si occupava solo della famiglia. Quando il marito si è ritirato per la pensione, lei ha deciso di aprire un’attività con la sua produzione casalinga di spezie. Con i primi 500 ryal è riuscita ad acquistare una bancarella per partecipare ad una fiera con i suoi prodotti. Piano piano l’impresa è cresciuta, fino a quando non le viene dato uno spazio nel souq che riscuote subito moltissimo successo. Vista la fila lunghissima fuori dal negozio, Shams ha iniziato a servire caffè ai clienti, fino a diventare ciò che è oggi: il locale di colazioni Shay Al Shomoos. Qui serve pietanze tipiche qatariote per il primo pasto della giornata a prezzi estremamente popolari. Un esempio è il Reqaq, un pane croccante sottile come la carta fatto con farina integrale e riempito con farciture dolci e salate.
Jiwan si trova all’interno del Museo Nazionale del Qatar, all’ultimo piano dell’edificio a forma di rosa del deserto. Con una bellissima vista sulla città, prende il nome dalla fortuna del Qatar prima del petrolio: la perla. Anche le pareti ricordano il nome del locale, con lunghe tende di perline e arredi color madreperla. Jiwan offre un’interpretazione contemporanea della cucina del Paese: i sapori tradizionali sono trasportati in un’estetica moderna. Nel menù coesistono una portata di pesce e una di carne: un barracuda al cavolo nero e cocco seguito dall’agnello accompagnato da confettura e riso tipico.
La terrazza del ristorante Jiwan
Victor BELLOT 1995
Al Sufra si trova all’interno dell’hotel Marsa Malaz Kempinski, situato su un’isola privata nel cuore di The Pearl a Doha. Il loro punto di forza è voler creare la perfetta fusione tra l’eleganza araba e quella europea. Al Sufra, nello specifico, offre ricette e sapori dal Libano, Cipro, Siria, Giordania e Palestina ed è perfetto per un pranzo informale. L’hotel offre ai turisti anche la possibilità di organizzare delle cooking class con lo staff del ristorante, che insegna la preparazione e i passaggi di un menù tradizionale arabo.
Hotel Marsa Malaz Kempinski
Se siete in visita a Doha ma avete comunque voglia di un piatto italiano, il giusto compromesso è Deli Kitchen, il ristorante dello chef stellato Pino Lavarra. Nel suo locale, una delle scelte gastronomiche all’interno del Al Messila Resort & Spa, lo chef rielabora i piatti italiani e qatarioti in una nuova visione di gusto e ingredienti di prima mano.
Lo chef stellato Pino Lavarra
South China Morning Post/Getty Images
Per cambiare gusti e sapori per una sera a Doha c’è Coya, famosissima catena presente in numerosi cinque stelle che propone piatti di cucina latinoamericana. La sperimentazione dei menù è al massimo: pietanze tradizionali peruviane cucinate utilizzando tecniche di cottura giapponesi, cinesi e spagnole.
Coya
Dove dormire
Il W Doha è stato il primo hotel di lusso del Qatar e si trova nel cuore di West Bay. Il design ricorda molto la contemporaneità dei grattacieli newyorkesi, uniti ai colori e l’energia araba del Qatar. Per chi vuole strafare, l’hotel offre anche una «suite estrema», una camera da letto da oltre 300 metri quadri con un cocktail bar privato. Ma i punti forti di W Doha sono la cucina e la vita notturna. Il cinque stelle ospita due ristoranti gestiti dallo chef tre stelle Michelin Jean-Georges Vongerichten: Market by Jean-Georges e lo Spice Market. Salendo per i piani si arriva allo Wahm, un locale di nightlife con cocktail e narghilè.
W Doha, West Bay
Nato da pochissimo nel deserto qatariota, il residence Sealine è stato costruito nel punto in cui la sabbia arriva al mare. 58 lussuose villette dotate di servizi moderni immersi nella natura più selvaggia. Lì anche un ristorante, che offre una delle preparazioni più tipiche del deserto, nato dalla tradizione dei beduini. Viene scavata una profonda buca nella sabbia, in cui viene calata una pentola di metallo con all’interno un agnello intero e un contorno di verdure (melanzane, cavolfiore e carote solitamente). La carne viene stufata per ore grazie al calore del terreno durante il giorno e estratta solo a tarda sera, per ottenere una consistenza morbidissima. Da provare.
Se il lusso non fa per voi e volete scegliere qualcosa di diverso dai grandi grattacieli di Doha, Heenat Salma Farm è una buona soluzione. Si tratta di una fattoria all’interno di un’oasi verde nel deserto, precisamente a Shahaniya, a nord-ovest della capitale. Un giovane team ha trasformato questo terreno in una coltivazione del tutto biologica di piante e verdure, proprio in mezzo al deserto, da sempre ostile a questo tipo di agricoltura. Oltre a ospitare corsi e formazione professionale, si può soggiornare qui in bellissime tende arredate ad hoc. Un glamping allestito in uno spazio bucolico e perfettamente sostenibile. Sul posto si può cucinare con le proprie mani tutto quello che i campi coltivati offrono.
Heenat Salma Farm
Heenat Salma Farm