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Si chiude un trimestre “sotto pressione” per l’industria tessile, tra il perdurare della crisi della supply chain e una domanda ancora insufficiente. A scattare una fotografia del settore è Euratex, la Confederazione europea dell’abbigliamento e del tessile, che divulga i dati riguardanti l’ultimo trimestre.

Nel quarter la produzione ha subito una contrazione, registrando il primo decremento in quasi due anni. Intanto, invece, la produzione europea di abbigliamento segue un trend ascendente, con una progressione iniziata alla fine della scorso anno.

L’indice Euratex, si basa su un confronto con il quarto trimestre del 2019 (attestatosi a un valore pari a 100), assunto come punto di riferimento. Dopo avere raggiunto il picco da 116,6 nel terzo trimestre 2022, negli ultimi quattro mesi l’indice della produzione tessile è sceso a 116,3. A partire dal terzo trimestre del 2020, il settore aveva registrato solo un altro punto di flessione nella produzione, durante il primo quarter del 2021.

La confederazione ha spiegato che alla base del rallentamento ci sono “condizioni di mercato difficile”, sullo sfondo di una catena di approvvigionamento europea e globale ancora in difficoltà. Tuttavia, Euratex ha nel contempo accolto con favore il “forte rimbalzo” riscontrato a valle, conosciuto dal settore dell’abbigliamento.

La produzione di quest’ultimo è infatti tornata ai livelli pre-pandemici già nel primo trimestre del 2022, quando l’indice di produzione ha raggiunto quota 100,6, prima di balzare a 110,5 nel trimestre successivo e poi ridiscendere a 106,7 nei tre mesi successivi, a causa dell’impennata dei costi energetici che hanno pesato sulla ripresa. Il valore dell’indice è poi salito a 114,9 nel quarto trimestre del 2022.

Euratex ha affermato che la catena di approvvigionamento è “ancora alle prese con condizioni di mercato difficili e una domanda insufficiente”. Tuttavia, Euratex ha accolto con favore il “forte rimbalzo dell’attività” del settore dell’abbigliamento.

“Il prezzo di riferimento del gas europeo è sceso – osserva Euratex – e nonostante lo shock energetico e la conseguente inflazione record, l’economia dell’Ue ha gestito un’ampia stagnazione nel quarto trimestre, invece della contrazione prevista”. L’organismo ha accolto con favore il calo dei tassi di inflazione degli ultimi tre mesi, suggerendo che il picco potrebbe essere alle spalle, ma resta cauto: “Il 2023 è iniziato con un nuovo rischio al ribasso per l’economia globale e turbolenze nel settore bancario, che aumenteranno l’incertezza economica”.

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