
L’incidente è avvenuto lungo il tubo che porta il gas russo in Europa attraverso l’Ucraina. Dopo l’esplosione, si è registrata un’impennata del prezzo del gas del 6,6%, ma Gazprom assicura le forniture
Esplode un gasdotto russo e schizza il prezzo del gas. In seguito all’esplosione nel gasdotto Urengoi-Pomary-Uzhhorod, nella regione russa della Ciuvascia poco meno di 700km a est di Mosca, i future TTF di Amsterdam si sono impennati del 6,6%, raggiungendo quota 115 euro, per poi scendere a 106 euro. Dopo che in mattinata erano arrivati a 103 euro al megawattora (- 6%) grazie all’accordo Ue sul price cap.
Ma cosa è successo? Secondo le prime informazioni, l’esplosione da cui si è generato l’incendio sarebbe stata provocata da una fuga di gas. Al momento il bilancio è di tre persone morte ed un ferito. Tutti dipendenti dell’aziende del gas impegnati in lavori sulla tubatura.
Per quanto riguarda la prosecuzione dei flussi diretti all’Europa è intervenuto Gazprom a dissipare eventuali dubbi. “Il trasporto di gas viene fornito in modo invariato, attraverso pipeline parallele”, ha fatto sapere il colosso energetico che si occupa del traporto di gas in quella zona.
Il gasdotto è stato progettato prima degli anni ’80, ma è stato attivato solo nel 1984. Entra in Ucraina attraverso il punto di misurazione di Sudzha ed è attualmente il principale canale percorso dal metano russo per raggiungere l’Europa, Italia compresa attraverso Tarvisio, da quando i rubinetti del Nord Stream sono stati chiusi ad agosto.
Ma non è la prima volta che si verificano incidenti. Nel dicembre 1983, un incendio distrusse parte del sistema elettronico di controllo di una stazione di compressione a Urengoy. Altre 4 esplosioni sono state invece registrate tra il 2007 e il 2014, tutte in territorio ucraino.
Redazione FIRSTonline
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