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Guerra in Ucraina - Foto di Ansa Foto
Guerra in Ucraina – Foto di Ansa Foto

Due giornalisti italiani, Alfredo Bosco e Andrea Sceresini, sono stati provati dei loro accrediti stampa dalle autorità di Kiev. Entrambi si trovano in Ucraina dall’anno scorso per documentare la guerra e collaborano con FqMillennium.

Il provvedimento impedisce loro di muoversi liberamente nel Paese e in una lettera hanno spiegato che c’è il “rischio concreto di essere arrestati al primo posto di blocco”. 

In un primo momento le autorità avevano comunicato che i due giornalisti sarebbero stati interrogati dallo Sbu, il servizio di sicurezza ucraino, a Kramatorsk, poi a Kiev. Ma da dieci giorni non hanno ricevuto alcuna comunicazione e si trovano bloccati.

Bosco e Sceresini hanno spiegato “che le voci che si sono sparse fra i fixer ucraini che lavorano nel Donbass – e di cui abbiamo prova scritta – ci indicano come “collaboratori del nemico”, un’accusa che in zona di guerra può avere conseguenze molto serie”. 

Odg: “Accertare la situazione”

Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bortoli, ha chiesto alla Farnesina di attivarsi ed “accertare la situazione e garantire ai due connazionali condizioni di sicurezza e agibilità per poter svolgere il loro lavoro”. 

I due cronisti sono assistiti dall’avvocata Alessandra Ballerini. “L’unica notizia ufficiale che è stata comunicata ai giornalisti Sceresini e Bosco, nonostante i molti solleciti effettuati anche tramite la nostra ambasciata, riguarda un ipotetico “interrogatorio” al quale dovrebbero essere sottoposti e che dovrebbe essere eseguito dagli uomini della Sbu, il servizio di sicurezza ucraino”, ha spiegato la legale.

Dopo cinque giorni di inutile attesa (che i miei assistiti hanno dovuto trascorrere, per ovvie ragioni di sicurezza, senza poter uscire di casa, in una città peraltro bombardata dalle artiglierie russe) su consiglio dell’ambasciata – i giornalisti hanno deciso di spostarsi a Kyiv, dove hanno sede gli uffici centrali della Sbu”. 

Ma, spiega Ballerini, “da allora non abbiamo più ricevuto nessuna notizia, né dalla Sbu (contattata anche da un avvocato ucraino) né dalla nostra rappresentanza diplomatica”. 

C’è anche un terzo giornalista

L’avvocata parla anche di un terzo giornalista italiano, Salvatore Garzillo, al quale “è stato impedito di entrare nel Paese attraverso la frontiera polacca, in quanto “non gradito”. Nemmeno a lui sono state fornite ulteriori spiegazioni”.