Dopo essere passata in secondo piano per via dell’emergenza sanitaria ed energetica, la questione migranti torna ad animare il dibattito politico, segnatamente dopo il caso delle navi ong fermate dal nuovo ministro dell’interno Matteo Piantedosi.

Il problema viene sovente affrontato sotto la lente dell’etica, senza mai andare veramente a fondo della questione, dividendo l’opinione pubblica tra chi è contrario all’immigrazione clandestina – generalmente etichettato come xenofobo e razzista – e chi è favorevole, considerato umano e responsabile, per una società senza confini.

Ma la questione è assai più complessa, e ciò che viene presentato all’opinione pubblica alla stregua di un’operazione umanitaria sembra, invece, nascondere degli interessi ben diversi.

Lo sfruttamento

Sotto questo aspetto è emblematico il fenomeno del caporalato. Molti migranti, infatti, sono vittime di sfruttamento, costretti a lavori sottopagati. Solo nel biennio 2018-19, erano circa 200 mila le vittime di tale fenomeno, diffuso al sud tanto quanto al nord. Un’occasione d’oro per chi necessita di manodopera a basso costo.

Il lavoro di questi braccianti viene spesso pagato intorno ai 5 euro l’ora, in alcuni casi anche meno. Questi compensi, ben inferiori a quelli stabiliti dal contratto nazionale, implicano due fenomeni: il dumping salariale ed il livellamento dei diritti del lavoro verso il basso.

Le truffe delle cooperative

Come se non bastasse, c’è anche il fenomeno dell’appropriazione delle risorse pubbliche. Nel corso di questi anni sono infatti aumentate le indagini nei confronti delle coop dei migranti. Il reato contestato è – generalmente – quello di truffa ai danni dello Stato.

Emblematico il caso di alcune coop di Torino. Al fine di incrementare i contributi ricevuti per la gestione dei migranti (circa 35 euro l’uno), avevano gonfiato il numero degli ospitanti nella struttura.

A Cuneo, un centro di accoglienza abbandonato risultava invece operativo. Al fine unico di intascare il corrispettivo giornaliero per i migranti, veniva attestata sui documenti la presenza dei richiedenti asilo, senza che questi fossero davvero all’interno della struttura.

Il tribunale di Cuneo ha dunque decretato il sequestro delle somme percepite indebitamente, per un ammontare di ben 317 mila euro.

Le navi delle ong

L’ultimo tema di scottante attualità è quello che riguarda le navi ong nel Mediterraneo centrale. Descritte dai media mainstream come soccorritori disinteressati, le loro fonti di finanziamento sono in realtà piuttosto opache e potrebbero nascondere precisi interessi, come l’importazione di manodopera a basso costo o la destabilizzazione di governi.

Le organizzazioni non governative sono sovente finanziate da “filantropi” della finanza internazionale, tra cui George Soros con la sua Open Society, finanziatore anche di alcuni candidati di Più Europa alle ultime elezioni. Il finanziamento, secondo quanto riferito da Carlo Calenda, era condizionato alla costituzione di una alleanza elettorale “antifascista” insieme al Pd.

Secondo i trattati internazionali, i migranti soccorsi in mare dovrebbero essere portati nel “porto sicuro” più vicino. Ed è qui che le rotte delle ong destano sospetto. Potrebbero sbarcarli a Zarzis (Tunisia), distante 90 mila miglia nautiche dalla Libia, a Malta (180 mila), ma chissà perché finiscono quasi sempre sulle coste italiane.

Migranti economici

Le traversate nel Mediterraneo centrale non sono affatto gratuite, possono costare dai 2.500 ai 10.000 euro.

Spesso vengono diffuse immagini di donne e bambini. Tuttavia, dati alla mano, gran parte dei migranti sono uomini, giovani e in salute. Soltanto il 20 per cento ha diritto all’asilo o ad altre forme di protezione. Nel restante 80 per cento dei casi si tratta di migranti economici.

E una volta sbarcati, è improbabile che un ipotetico provvedimento di espulsione abbia una reale efficacia. Tra l’altro, costa allo Stato circa 4 mila euro persona, facendo risultare quasi più “conveniente” la presa in carico.

Il ruolo dei media

Il ruolo che giocano i media mainstream è quello di creare consenso all’idea di accoglienza, insinuando sensi di colpa nell’opinione pubblica.

Inoltre, la narrazione mainstream punta l’indice contro l’Italia “razzista” se cerca di difendere i suoi confini.

Spagna e Finlandia

Ma in Paesi quali la Spagna, dove c’è un governo di sinistra, i migranti vengono fermati anche con armi da fuoco e sono previste pene severissime per chi vi lucra.

In Finlandia, la premier di sinistra Sanna Marin ha scelto una linea ben chiara: stop all’immigrazione clandestina. E ha appena deciso di costruire, al confine con la Russia, un muro anti-migranti di ben 260 km.

I casi di Spagna e Finlandia, tuttavia, non hanno avuto l’attenzione dei media; nessuno ha evocato derive autoritarie o promosso appelli all’accoglienza dei migranti.

Un approccio pragmatico

Occorre dunque che il governo Meloni adotti un approccio decisamente più pragmatico, che non resti intrappolato nella dimensione etica del problema ma senza farne una battaglia ideologica.