Decreto flussi, il governo comincia l’importazione di immigrati: oltre 80mila in arrivo

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Roma, 27 mar – Oggi il governo comincia ufficialmente a importare immigrati, dopo le parole piuttosto inequivocabili pronunciate nelle scorse settimane da diversi suoi esponenti (Antonio Tajani e Francesco Lollobrigida su tutti). Lo fa con l’apertura delle richieste – in via telematica – di ingresso, come riporta l’Agi.

Decreto flussi, ecco come il governo vuole importare immigrati

Il decreto flussi disciplina la programmazione che viene definita “transitoria” dei flussi d’ingresso degli immigrati, ovvero lavoratori non comunitari per il lavoro stagionale e non stagionale nel territorio dello Stato. L’articolo 1 parla di permessi entro una quota di 38.705 unità, per il non stagionale e l’autonomo. Nei settori dell’edilizia, della meccanica, del turismo, della cantieristica, dell’alimentare e delle telecomunicazioni la quota sarà di oltre 30.000. Il totale è di 82.705. Non male, come inizio di una politica apertamente immigrazionista.

Brutta copia del Pd

Secondo quanto è spiegato dal Viminale, le domande potranno essere presentate fino al raggiungimento delle quote previste oppure fino al 31 dicembre 2023. Ogni utente avrà bisogno di un’identità Spid. Insomma, il processo è iniziato. Non che prima non esistesse, ma vederlo concretizzato da un governo di centrodestra è senza dubbio al di fuori di qualsiasi previsione precedente alla sua formazione. Un governo che si comporta come la brutta copia di un esecutivo a guida Pd. Ed è difficile smentire questo riassunto. Legalizzare l’illegale è infatti un modus operandi tipico della sinistra, non solo sull’immigrazione ma su tutto (si pensi alla pluridecennale campagna per la legalizzazione delle droghe).

Alberto Celletti

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