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Una lettera riapre il problema dei Criminali-Psichiatrici ospiti fissi dei reparti SPDC in assenza di posti nelle REMS. In pericolo l’incolumità di Medici, Infermieri, OSS e Pazienti.

Buongiorno Direttore,

vorrei approfittare della Sua finestra aperta al mondo della Sanità per poter esprimere malessere inerente una certa situazione nei reparti SPDC.

A volte, accade di ospitare all’interno dei reparti SPDC, persone che non si trovano in fase acuta, ma che sono autori di reati affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. Tali ospiti, dovrebbero essere seguiti nelle REMS (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sanitaria), che spesso però non hanno posti a disposizione.

Succede quindi che si ritrovano in SPDC veri e propri criminali pericolosi socialmente, taluni dei quali, fissano la dimora per molti mesi o anni, bivaccando in maniera molto disordinata, sporca, caotica, con camere che versano in stato pietoso, arrivando persino a “dettare” legge sugli altri pazienti o ad incutere timore al personale sanitario e di supporto attraverso minacce o atti vandalici.

Il personale che entra in contatto con questi soggetti, non riesce nemmeno a riordinargli la stanza o a far mantenere un minimo di decoro in quanto i criminali, in alcuni casi, non permettono loro l’accesso.

Questa tipologia di paziente, che in realtà paziente non è, spesso, fuma tranquillamente negli spazi vietati, costringendo il personale sanitario al fumo passivo contro la propria volontà e non puoi dire nulla altrimenti questi soggetti si arrabbiano molto, pure troppo.

Tutti subiscono, ma si è impotenti.

Siccome le REMS dovrebbero aver garantita l’attività perimetrale di sicurezza e di vigilanza esterna e una modalità di attivazione delle Forze dell’Ordine territorialmente competenti nelle situazioni di emergenza attinenti alla sicurezza interna, ritengo che nel momento in cui in SPDC alloggino gli stessi soggetti che nelle REMS non trovano la loro giusta collocazione per questioni di spazio, dovrebbe essere garantito lo stesso impianto di sicurezza anche alla stessa SPDC.

Gli stessi livelli di sicurezza garantiti alle REMS per utenti e operatori, dovrebbero a questo punto essere assegnati anche alle unità SPDC.

I ragazzi che lavorano all’interno dei reparti SPDC, si ritrovano a mani nude a combattere ogni giorno con autori di reato socialmente pericolosi che forzatamente alloggiano in questo reparto per mancanza della corretta alternativa. I sanitari e il personale di supporto, non sono guardie, non sono addestrati all’attacco e alla difesa ma sono professionisti della cura.

La situazione sta andando fuori controllo.

Oltre a non essere tutelati i pazienti effettivi degli SPDC, in quanto rischiano anche loro come gli operatori, non sono tutelate nemmeno le persone che dovrebbero stare nelle REMS perché non viene garantito loro il percorso terapeutico riabilitativo che prevede la conclusione nel reinserimento sociale dell’individuo.

Urge sicurezza e salute per Tutti.

Gentile Direttore La ringrazio dello spazio.

Cordiali saluti.

Maria, Infermiera SPDC

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