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Roma, 28 dic – Il Covid si riaffaccia a Malpensa, e il terrore di un ritorno alla stagione dei deliri si fa strada. Per il momento, per una misura ancora facoltativa, ma l’esperienza disgraziata di due anni di gestione del virus ci ha insegnato anche che si può cominciare dal nulla per poi arrivare chissà dove.

Covid, a Malpensa chiedono il tampone per chi viene dalla Cina

La misura, per il momento, non è obbligatoria. Ma il modo in cui la stampa sta descrivendo ciò che avviene ad Oriente sembra sulla falsariga di ciò che era avvenuto due anni fa, quando giravano i video apocalittici su youtube e c’era una sensazione di terrore per qualcosa di allora sconosciuto. L’Ansa, in particolare, nel riportare la notizia parla di “già 5000 morti” e “un milione di nuovi casi” al giorno. Curioso come l’articolo cominci preoccupandosi per l’ “allentamento delle restrizioni in Cina” che “rischia di trasformarsi in un disastro globale”, senza minimamente prendere in considerazione il fatto che, dalle nostre parti, tale allentamento sia avvenuto molto prima, in modo molto più esteso, tornando praticamente alla normalità pre-pandemia, differentemente dalle notizie che ci giungono da Pechino. Il tono apocalittico insomma, sembra quello degli esordi. E si respira la stessa, terribile aria. La stessa in cui provare a ragionare era praticamente impossibile.

Le altre reazioni

Già in Oriente cominciano a sviluppare possibili effetti domino. Il Giappone, infatti, annuncia, per bocca del premier Fumio Kishida, che a partire da venerdì i viaggiatori provenienti dalla Cina “saranno obbligati a fare un tampone e i positivi dovranno sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni”. E non finisce qui: si valutano limitazioni ai voli provenienti dalla Cina stessa. Stesso discorso per l’India, che aveva già da prima preso provvedimenti in tal senso. Dalle nostre parti, l’Ue ufficialmente è immobile, ma un portavoce della Commissione dichiara che “è stato mantenuto un freno di emergenza che potrebbe essere attivato, se necessario, per reintrodurre le restrizioni“. Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, manco a dirlo si è già attivato, e ovviamente i toni sono ugualmente apocalittici: “Quello che rischiamo oggi è molto peggio di quanto accadde con Wuhan”. Aggiungendo che “servono controlli su tutti i voli dalla Cina, restrizioni ai viaggi, tampone molecolare ai passeggeri nelle 24 ore precedenti la partenza o quarantena all’arrivo con test molecolare per uscirne, altrimenti chi arriva non deve circolare”. Insomma, c’è davvero poco da stare allegri. Sperando – forse con eccessivo ottimismo – che sia un fuoco di paglia.

Alberto Celletti

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