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L’obiettivo di Mundys, il nuovo nome di Atlantia, è di crescere e diventare leader nelle infrastrutture sostenibili. Tutti i dettagli nelle parole del presidente Giampiero Massolo e del vicepresidente Alessandro Benetton

Atlantia, la holding controllata dalla famiglia Benetton, cambia nome e diventa Mundys. È stato annunciato oggi nel corso dell’evento New Journey a Milano. “Apriamo un nuovo capitolo della nostra storia imprenditoriale – ha detto Alessandro Benetton, presidente di Edizione e vicepresidente di Mundys -, voglio sottolineare che il nome non è un vestito nuovo su un corpo vecchio, ma un progetto iniziato due anni fa e ora concretizzato”.

L’obiettivo annunciato è quello di diventare in 5 anni il primo gruppo mondiale del settore infrastrutturale, investendo in innovazione, sostenibilità e qualità dei servizi al passeggero.

LE NOVITÀ

Dopo la conclusione dell’offerta pubblica di acquisto dello scorso dicembre che ha comportato l’uscita dal listino di Piazza Affari e l’ingresso di Blackstone nell’azionariato, il nuovo brand, secondo quanto dichiarato dal vertice aziendale, rispecchia un rinnovato assetto azionario, un nuovo management, nuove linee guida di sviluppo.

“La nascita di Mundys – ha spiegato Benetton – è da un lato la conclusione di un anno di lavoro nel quale abbiamo portato avanti un profondo cambiamento e una forte discontinuità dei valori e del business, dall’altro è l’avvio di un nuovo capitolo della nostra storia imprenditoriale, che vogliamo scrivere con i nuovi partner di Blackstone e le nuove professionalità che si sono unite al gruppo, apportando valore aggiunto sul fronte dello sviluppo internazionale, dell’innovazione e della crescita sostenibile”.

“Vogliamo lavorare al servizio delle comunità dove operiamo, generando competitività e occupazione”, ha aggiunto il presidente di Mundys, Giampiero Massolo, ricordando che la holding punta sull’internazionalizzazione mantenendo, però, “testa e cuore in Italia”.

I NUMERI DI MUNDYS

Oggi Mundys è presente in 24 Paesi, con asset strategici e con infrastrutture e servizi integrati tra loro. Ogni anno sulle reti del gruppo vengono effettuati oltre 3 miliardi di transiti di automezzi leggeri e pesanti, mentre gli aeroporti italiani (Fiumicino e Ciampino) e francesi (Nizza, Cannes e Saint Tropez) ospitano 60 milioni di passeggeri e 7 milioni di persone usano i servizi di mobilità di Telepass.

Mundys, inoltre, è presente in più di 600 grandi città in tutto il mondo (tra cui Londra, Miami, Singapore, Bogotà) con piattaforme di mobilità urbana che consentono lo snellimento del traffico e la riduzione delle emissioni. I suoi dipendenti totali sono oltre 23.000, di cui circa 6.000 solo in Italia.

I PROGETTI

Come spiegato dal suo vicepresidente, “l’ambizione di Mundys, che nasce in Italia per competere in tutto il mondo, è quella di gestire e realizzare infrastrutture sostenibili e innovative, migliorando l’attrattività dei territori e semplificando la vita delle persone in movimento”.

L’INTERMODALITÀ NEGLI SPOSTAMENTI

“Oggi un viaggiatore può partire dall’aeroporto di Fiumicino, atterrare a Nizza, viaggiare in auto da Parigi verso il nord della Francia, dirigersi verso il Regno Unito attraversando il tunnel sotto La Manica, guidare per le strade di Londra, ritornare e pagare il parcheggio con Telepass” e, in tutto questo tragitto, ha ricordato Massolo, “troverà un’infrastruttura o un servizio di Mundys al suo fianco”.

“Sono questi – ha proseguito – gli effetti benefici dello sviluppo di un sistema di mobilità integrata, che necessita di gestione efficiente delle infrastrutture, dialogo tra piattaforme diverse e sviluppo dell’intermodalità”.

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