

É durata solo sei giorni la latitanza di Massimiliano Sestito, killer della ‘ndrangheta che aveva fatto perdere le sue tracce il 30 gennaio scorso evadendo dai domiciliari il 30 gennaio scorso. Da Pero, prima periferia di Milano, si era spostato nel Napoletano dove è stato sorpreso e bloccato dai carabinieri.
Sestito infatti è stato rintracciato nei pressi della stazione della Circumvesuviana a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. In base alle prime informazioni diffuse dalle forze dell’ordine non era armato e stava aspettando un taxi. Con sé inoltre aveva un documento di identità con le generalità fratello, al quale somiglia molto.
Ora le indagini proseguono per stabilire cosa ci facesse lì e se avesse intenzione di spostarsi da qualche altra parte, prendendo contatti. In ogni caso rintracciarlo e poi catturarlo come hanno spiegati i carabinieri “sono state fondamentali le intercettazioni telefoniche”, ma anche il monitoraggio del web e le indagini sulle sue relazioni personali. Ecco perché è immaginabile che avesse alcune coperture dove è stato arrestato dai carabinieri di Milano, con il supporto dei colleghi di Napoli.
Catturato Massimiliano Sestito, già una volta era risucito ad evadere dieci anni fa
Cinquantuno anni, nato a Rho e affiliato alla cosca Iozzo Chiefari Procopio, Massimiliano Sestito al momento della sua fuga si trovava a scontare i domiciliari a casa del padre Antonino. Così è stato riconsegnato alla giustizia un uomo chiave per alcuni delitti della mafia calabrese.
Aveva già scontato una condanna per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio ad un posto di blocco a Soverato, nel Catanzarese, 32 anni fa Per quel delitto, Sestito è stato condannato a 30 anni di reclusione.
Nel 2013, un nuovo omicidio, quello del boss Vincenzo Femia, freddato a Roma nel corso di una lotta intestina per il controllo dello spaccio di droga. Poco dopo essere stato arrestato per quel delitto, Sestito aveva approfittato della semilibertà,mentre era recluso a Rebibbia, per scappare. Era stato rintracciato e fermato, anche quella volta, sulla spiaggia campana di Palinuro.

Alla notizia della cattura del killer, sono arrivati subito all’Arma i complimenti del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Ha sottolineato “l’importanza di una operazione che ha consentito di interrompere in tempi brevi la latitanza del criminale già condannato a trenta anni per l’omicidio di un Carabiniere e che era fuggito in attesa del verdetto della Cassazione per un altro omicidio”.