

La direttiva europea che obbliga i proprietari di casa ad effettuare lavori di efficientamento energetico, per l’Italia costerà troppo.
Costerà sia per i proprietari, che per le imprese che per lo Stato. L’Italia infatti ha un patrimonio immobiliare vecchio ed energivoro e senza un grande intervento da parte del Fisco, non sarà in grado di rispettare la direttiva Ue.
Case green: i fondi del Superbonus non bastano
I lavori del Superbonus basterebbero a rispettare le condizioni. L’agevolazione infatti, viene concessa a condizione che si ottenga un certificato di prestazione energetica pre e post lavori. La direttiva europea prevede che entro il 2030 tutti gli immobili residenziali abbiano la classe energetica E. Anche con l’incentivo del Superbonus però, è impensabile effettuare i lavori per tutte le case italiane: il 60% di esse si colloca infatti tra la classe F e G. Ed entro il 2033, la direttiva impone il passaggio alla D.
Secondo le stime Anche, in Italia sono 2 su 3 gli immobili da ristrutturare, per un totale di almeno 8 milioni.
Cosa fare per migliorare di due classi energetiche
Per migliorare di due classi è obbligatorio effettuare il cappotto termico dell’involucro e/o cambiare la centrale termica e i due lavoro vanno quasi sempre fatti insieme. A questi vanno aggiunti altre opere, come la sostituzione degli infissi e l’installazione del fotovoltaico.
Case green: come sono ripartiti i 62,5 miliardi del Superbonus
I costi del Superbonus sono di 62,5 miliardi entro il 31 dicembre 2022. I dai Enea aggiornati a questa data riportano 208.622 richieste da parte dei proprietari di edifici unifamiliari, per una spesa totale di 23,7 miliardi di euro e un esborso meglio di 113.757.
Le domande da parte di proprietari di edifici indipendenti sono invece 102.725, per un importo di 10 miliardi e una spesa ci circa 97mila euro. Ci sono poi i condomini, per un totale di richieste di 48.047, con un totale di 28,8 miliardi e una spesa media di 598.813 euro.