

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva case green. Manca la fase dei negoziati prima che il testo sia definitivo, ma quello di ieri è un passo in avanti sul quale il governo italiano è critico.
Ne abbiamo parlato con la senatrice di Fratelli d’Italia Simona Petrucci. “Sgomberiamo il campo da ogni possibile equivoco: Fratelli d’Italia è a favore della transizione ecologica in generale. Lo abbiamo detto anche nel nostro programma e siamo intenzionati a perseguirla attraverso politiche nazionali e comunitarie che facilitino questo passaggio. Se, però, questo significa colpire duramente le tasche degli italiani e i loro diritti di proprietari, allora il discorso cambia. 12 milioni di unità immobili residenziali di cui oltre 11 milioni hanno più di 30 anni. Secondo l’ultimo rapporto Enea sulle certificazioni energetiche, il 76% di questi edifici appartiene alle classi peggiori“, dichiara ai microfoni di iNews24.
Secondo lei quindi, quali sono i punti critici della direttiva case green?
“FdI e il governo non sono favorevoli a questa proposta soprattutto per quanto riguarda i tempi. Non accettiamo che i costi della transizione green ricadano sulle famiglie. È impensabile fare un altro Superbonus e creare un nuovo debito sulle spalle dei cittadini. Sanno tutti che il 100% ha interessato poco più di 360mila abitazioni per un costo di 110 miliardi. Oggi i fabbricati italiani che necessiterebbero di un intervento sarebbero circa 15 milioni: una spesa di 4.580 miliardi per adeguare le case degli italiani alla direttiva. Noi siamo a favore della transizione ecologica, ma con i tempi necessari e tenendo conto della realtà italiana”;
Intende dire che l’Italia è piena di edifici molto vecchi?
“La decarbonizzazione e la riqualificazione del patrimonio edilizio sono nostri obiettivi, ma fingere che l’Italia sia come il resto d’Europa, da un pinto di vista storico, culturale e di conformazione, significa negare un fatto. Così come sono posti, gli obiettivi della direttiva sono sostanzialmente irraggiungibili per l’Italia e, quindi, le famiglie si ritroveranno con un patrimonio svalutato. Nel nostro Paese ci sono tanti edifici storici che hanno strutture che non sono in grado di supportare le nuove tecnologie. Adeguarli, significa prima ristrutturare i tetti, poi installare gli impianti fotovoltaici: questo si traduce in una doppia spesa per gli italiani”;
Quali cambiamenti il governo chiederà di apportare alla direttiva case green?
“Il nostro Parlamento pochi giorni fa ha approvato una mozione che impegna il governo ad adottare le iniziative negoziali per scongiurare l’introduzione della direttiva, tutelare le peculiarità dell’Italia e garantire al nostro Paese la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico. Il primo cambiamento che il governo chiederà riguarda i tempi, che per l’Italia sono restrittivi. Per applicare la normativa, sarebbe necessario un intervento dello Stato con una spesa di oltre due finanziarie all’anno, quindi è impossibile. I tempi vanno dilazionati, è necessario prevedere forme di intervento economico anche da parte dell’Europa e soprattutto va fatta una verifica territoriale per contestualizzare gli interventi. I prossimi mesi saranno decisivi e Fratelli d’Italia e la maggioranza non molleranno la presa con l’obiettivo di tutelare gli interessi del Paese. Obiettivo che, evidentemente, sfugge alle sinistre, che hanno votato a favore del testo”.