
Non solo Bucha. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Startmag
LA RUSSIA NEGA I CRIMINI A BUCHA. NULLA DI NUOVO…
Il Cremlino nega Bucha. Come aveva negato nel 1940 l’eccidio degli ufficiali polacchi a Katyn, attribuendolo a un “fake” dei tedeschi. Come aveva negato nel 2000 le “zachistke”, le “pulizie” dei ceceni. Come aveva negato l’uso di armi chimiche in Siria. (Anna Zafesova, La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
LA CIA AVEVA SUSSURRATO BENE A KIEV SUI RUSSI
“Metà gennaio. Il direttore della Cia William Burns compie una visita segreta a Kiev, un viaggio inusuale e urgente per raccontare al presidente Volodymyr Zelensky ciò che i suoi agenti hanno scoperto: le possibili direttrici dell’invasione russa”. (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
GLI AIUTI DELLA CIA ALL’UCRAINA
“La Cia ha aiutato – con armi, addestramento e informazioni – la resistenza ucraina. Un sostegno cominciato già nel 2015, quando gli americani hanno avviato un programma per addestrare gli ucraini, terminato solo quando l’invasione russa è diventata imminente”. (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
GLI USA VISTI DA QUIRICO
“A Washington con l’invio al governo di Kiev di armi più sofisticate e micidiali, armi d’attacco, per l’ennesima volta viene sabotato esplicitamente il fragilissimo negoziato (prospettiva che gli americani considerano una sconfitta)”. (Domenico Quirico, La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
GLI INVITI DEL PENTAGONO
Il Pentagono ha annunciato che invierà altri 300 milioni di dollari di aiuti alla sicurezza ucraina, arrivando così alla cifra di 1,6 miliardi dall’inizio del conflitto. (Nbc)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2022
IL PUNTO DI MARGELLETTI
“Il ritiro russo a nord non coincide con il cessato pericolo per Kiev, che potrebbe essere ancora colpita dalle basi in Bielorussia e, soprattutto, potrebbe essere non definitivo”. (Andrea Margelletti)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
LE ANALISI DELLA NATO
Quella di Mosca “non è una vera ritirata”: l’obiettivo è riorganizzare le truppe, avvisa il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg intervistato dalla Cnn.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
EFFETTO NATO PER L’ITALIA
L’Italia uscirà più marginale quindi meno sicura dalla guerra in Ucraina. Indipendentemente dall’esito sul campo – al meglio lunga tregua, certo non vera pace – l’Alleanza Atlantica si concentrerà su Est e Nord, con il Mediterraneo sempre più scoperto. (Lucio Caracciolo, Limes)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
LA MAPPA DEL MONDO SULLA GUERRA
“Putin ha rinvigorito l’idea di Occidente. Ma i paesi che all’Onu hanno votato con la Russia o si sono astenuti sul documento di condanna dell’invasione collettivamente rappresentano oltre la metà della popolazione del Pianeta”. (Charles King, politologo, a Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
GASARE LA RUSSIA
La Lituania non importerà più gas russo per soddisfare le sue esigenze interne. Si tratta del primo Paese in Europa ad essersi assicurato l’indipendenza dalle forniture russe, ha specificato il ministro dell’Energia lituano. (Reuters)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 3, 2022
LE MOSSE DI GAZPROM
Gazprom ha comunicato la cessione (non si sa a chi) della controllata Gazprom Germania, una “scatola” che contiene asset importanti, a cominciare da Gazprom Trading (basata a Londra), passando per Astora (che controlla depositi di stoccaggio russi in territorio europeo). (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 2, 2022
IL MERCATO E L’AMERICA SECONDO ANDREATTA
«L’America ci vende il concetto di mercato aperto e libero, ma ha uno strumento chiave di politica industriale, guidato dallo Stato, che ci sogniamo, il Pentagono», disse Nino Andreatta (Dc), ex ministro del Bilancio, al giornalista Mario Platero. (fonte: Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 4, 2022
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NON SOLO BUCHA. BREVE ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI ANNA ZAFESOVA SU LA STAMPA:
il Cremlino oggi nega Bucha. Come aveva negato nel 1940 l’eccidio degli ufficiali polacchi a Katyn, attribuendolo a un “fake” dei tedeschi. Come aveva negato nel 2000 le “zachistke”, le “pulizie” dei ceceni, che facevano sparire dai villaggi tutti gli abitanti di sesso maschile, portati a torturare nei “campi di filtraggio”, oppure uccisi per le strade, esecuzioni sommarie, esattamente come a Bucha. Come aveva negato l’uso di armi chimiche in Siria, l’avvelenamento di oppositori, le torture nelle carceri: era sempre una «provocazione dei media occidentali», volta a screditare un Paese che non ha mai ammesso nessuna colpa e non ha mai chiesto scusa o almeno manifestato rammarico per nulla.
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BREVE ESTRATTO DELL’ARTICOLO DI DOMENICO QUIRICO PER LA STAMPA:
La distanza che separa nella guerra in Ucraina gli americani e gli europei si è allungata, come era prevedibile, di un’altra pericolosa tacca. A Washington con l’invio al governo di Kiev di armi più sofisticate e micidiali, armi d’attacco, per l’ennesima volta viene sabotato esplicitamente il fragilissimo negoziato (prospettiva che gli americani considerano una sconfitta) e si comincia a sognare addirittura un ribaltamento dell’esito della guerra: non più russi indeboliti, impaludati, ma russi in fuga, e ucraini che riconquistano non solo le zone invase un mese fa ma anche il Donbass e perché no? la Crimea. Putin dunque umiliato, e, poiché i regimi non sopravvivono mai alle sconfitte, liquidato dalla Storia e dagli incubi del ventunesimo secolo. Dopo Saddam, Milosevic, Gheddafi, Bin Laden, i Califfi un’altra carta del corposo mazzo dei diavoli moderni scartata dal gioco.