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Nuovo exploit di Tim in Borsa in una seduta generalmente debole – Si alarga però il diffrenziale dei rendimenti tra Btp e Bund

Stretti tra i timori di recessione e le politiche anti inflazione delle banche centrali, i mercati finanziari ripartono oggi in ordine sparso, dopo un’ottava da dimenticare, caratterizzata dai rialzi dei tassi e dai messaggi severi di Fed e Bce.

Si muove debole Wall Street, mentre i listini europei afferrano un piccolo rimbalzo, nel giorno in cui i ministri dell’energia hanno trovato un accordo sul tetto al prezzo del gas che dovrebbe essere di 180 euro Mwh. 

Alla chiusura Milano perde il poco smalto delle ore precedenti fermandosi a -0,02%. Sono moderatamente positive Parigi +0,32%, Francoforte +0,34%, Madrid +0,3%, Amsterdam +0,1%. Londra sale dello 0,41%, ma AstraZeneca cede lo 0,34%, dopo che la sua immunoterapia non ha raggiunto l’obiettivo principale in uno studio su pazienti affetti da un tipo di cancro ai polmoni.

Dall’altra parte dell’Atlantico Wall Street è in calo e aggrava le perdite delle due settimane precedenti, zavorrata dai tecnologici. In particolare Meta Platforms, -4%, è tra i peggiori sullo S&P 500 (-0,7%), impensierita dal fatto che l’Antitrust dell’Ue l’ha accusata, in via preliminare, di aver distorto il mercato della pubblicità online. Il rischio è una multa del 10% del fatturato mondiale annuo della società, del valore di miliardi di dollari. È volatile Tesla, -1,83%. Le azioni del colosso dell’auto elettrica stentano a staccarsi dai minimi da due anni toccati nelle scorse sedute nel timore che Elon Musk stia dedicando troppo tempo e denaro a Twitter. A far sperare in un rimbalzo oggi era stata la notizia che il 57% dei cinguettanti (che hanno partecipato al voto) è favorevole alle dimissioni di Musk dal ruolo di amministratore delegato del social network. A lanciare il sondaggio era stato lo stesso imprenditore, dicendo che avrebbe rispettato il verdetto degli utenti.

Sul mercato valutario l’euro tratta al momento leggermente sopra 1,06 contro dollaro.

Si appiattiscono anche i prezzi del petrolio, dopo una prima parte della seduta vivace. Il Brent mostra attualmente un progresso dello 0,18% a 79,18 dollari al barile; Wti +0,7%, 74,81 dollari al barile.

Via libera al price cap sul gas

Il sentimento degli investitori in Europa è stato sostenuto nella prima parte della seduta dal miglioramento della fiducia delle aziende tedesche, con l’indice Ifo salito oltre le attese a 88,6 da una lettura rivista di 86,4 a novembre.

Nel finale è arrivata invece la notizia che i ministri dell’energia della Ue hanno finalmente trovato l’accordo sul tetto ai prezzi del metano. A metà pomeriggio già le agenzie di stampa scrivevano che “la presidenza di turno dell’Ue della Repubblica Ceca ha messo sul tavolo dei ministri dell’Energia riuniti a Bruxelles una nuova proposta di compromesso sul price cap, fissato a 180 euro a megawattora”. La trattativa era in stallo, ma dopo le 16 evidentemente è arrivato il via libera.  Secondo una bozza del documento, di cui l’Ansa aveva preso visione nel primo pomeriggio, “il meccanismo di correzione del mercato verrebbe azionato al persistere per tre giorni consecutivi dei picchi di prezzo del gas oltre la soglia di 180 euro a megawattora sull’hub di riferimento di Amsterdam. La proposta è significativamente al di sotto del tetto iniziale fissato dalla Commissione europea a 275 euro/MWh ed è inferiore anche alla prima proposta messa sul tavolo oggi dalla stessa presidenza ceca dell’Ue a 188 euro/MWh”. 

Nell’attesa della soluzione oggi i prezzi del gas sono calati moderatamente e trattavano a metà giornata intorno a 109 euro.

Sale lo spread con Bce falco; Prometeia però ritocca al rialzo le stime sul pil tricolore

A zavorrare l’umore delle borse e dei titoli di Stato ha contribuito l’atteggiamento del vicepresidente della Bce Luis de Guindos che oggi ha rincarato la dose (dopo una Lagarde falco vista la scorsa settimana) ribadendo che l’istituto centrale europeo aumenterà ulteriormente i tassi di interesse nella zona euro per combattere l’alta inflazione.

La carta italiana chiude così un’altra seduta in rosso. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 217 punti base (+2,62%) e i rendimenti sono indicati rispettivamente a +4,36% e +2,19%.

Il titolo benchmark italiano rende più di quello greco, indicato in chiusura al 4,308%

Da Prometeia però arriva una iniezione di ottimismo. Il centro studi fondato da Beniamino Andreatta stima infatti che nel corso del 2023 l’inflazione italiana scenderà in modo rapido, attestandosi al 5,8% dopo l’8,4% di quest’anno e il pil crescerà più del previsto. Le stime per l’anno in corso passano al 3,9% dal +3,4% di settembre. Migliorano anche le proiezioni sul 2023, nonostante le tante incognite: +0,4% – più in alto della media dell’Eurozona – dal precedente +0,1%.

Piazza Affari, in rally Saipem, Telecom e Nexi

Telecom è tra le blue chip migliori di oggi con un balzo del 4,28%. A dare tono l’intesa con Google Cloud per il lancio della prima piattaforma in Italia che abilita la mobilità intelligente sulla tecnologia Edge Cloud 5G di Tim. La soluzione innovativa consentirà di sviluppare nuove applicazioni dedicate alle auto connesse e ad altri servizi digitali. Sul fronte politico oggi il ministro Adolfo Urso ha inoltre detto che il governo sta lavorando con Cassa depositi e prestiti e fondi internazionali sulle opzioni per la rete.

Tra i titoli oil brilla Saipem +4,42%. Bene anche Tenaris +2,21%.

Denaro per Nexi, +2,31%, dopo il cambio di rotta del governo sulle misure legate all’uso del Pos.

“Riteniamo che la notizia abbia un impatto qualitativo positivo ma che nei fatti non cambi in modo sostanziale i trend strutturali di crescita del mercato”, sottolinea Equita nel daily.

Tra i finanziari si mette in luce Unipol, +2,08%, che la scorsa settimana ha chiuso l’acquisizione dei Centri Medici Sant’Agostino, in Lombardia.

In rosso sono Finecobank -1,62%, Leonardo -1,47%, Banca Generali -1,41%, Moncler -1,34%.

Sono deboli le banche, a partire da Intesa -1,14%.