Auto elettrica, che disastro: da Milano a Napoli due ore in più e 110 euro (invece di 76)

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Roma, 27 feb – L’auto elettrica promette di essere un vero disastro, alla luce delle imposizioni Ue che, dal 2035 in poi, la potrebbero rendere obbligatoria. Più lenta, più costosa, con una sola certezza: che a pagare sarà il comune cittadino di cui non si cura nessuno. La “prova su strada” – nel senso letterale del termine – effettuata dalla redazione del Sole 24 Ore, infatti, lascia dietro di sé sensazioni ben poco posivite sul nostro futuro in mobilità.

Auto elettrica, l’esperimento del Sole 24 Ore

La prova simulata è stata fatta, secondo quanto riportato, con una Volkswagen ID.3 Pro Performance. L’auto elettrica, dotata di un pacco batterie da 58 kWh netti, ha un’autonomia dichiarata di 420 chilometri. Il tragitto percorso dalla redazione del quotidiano economico era invece di 786 chilometri, rendendo conto quindi – e ovviamente – almeno di una sosta per ricaricare la vettura (ma come vedremo, saranno di più). Un viaggio che i giornalisti della testata effettuano, per l’appunto, solo in modalità elettrica registrando una velocità media, in autostrada, di 102 chilometri orari. Prima fermata a Bologna, dopo 209 km percorsi, dopo aver consumato il 77% della batteria dal capoluogo lombardo. Costo del “pieno” di elettricità: 19 euro. Altra fermata a Firenze, citta vicinissima, stavolta con il 10% di batteria. E la ricarica costa molto di più: 30 euro per il restante 90% dell’autonomia. Si ripiomba al 10% nei pressi di Terni, e stavolta “riempire” costa 26 euro. A Napoli si arriverà con circa il 20% di batteria. Ciò che emerge è che la variabilità dei prezzi ai distributori sia estremamente più alta: un bel problema, che si aggiunge a tutto il resto

A pagare sono i cittadini e non certo i burocrati

Facendo il conto finale delle prestazioni, l’auto elettrica per viaggiare da Milano a Napoli ha fatto spendere ai giornalisti “su strada” 116 euro, facendogli impiegare anche due ore in più sulla tratta. Con il prezzo del gasolio a 1,90 euro al litro, avrebbero speso circa 76 euro: una bella differenza. Anche i cittadini sono burocrati, si dirà, ma la differenza è palese e le buste paga non sono un dettaglio. La svolta imposta a tutti i costi da Bruxelles, insomma, promette disastri enormi. Anche contando un’eventuale e senza dubbio possibile crescita prestazionale nei prossimi dodici anni, la differenza con le automobili a benzina molto improbabilmente verrà colmata. Ma tanto, il portafogli dei membri della Commissione Ue non ne risentirà più di tanto. Quindi, qual è il problema?

Alberto Celletti

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