
È stato, come spesso succede, Jeff Bezos a lanciare il settore: ha annunciato di voler effettuare le consegne dei prodotti Amazon con i droni in soli 30 minuti. E l’interesse del pubblico verso questi dispositivi è esploso. Va detto però che lo spostamento di merci è solo una delle tante applicazioni della tecnologia dei droni che ormai somigliano sempre di più ad auto volanti a guida autonoma.
Un settore in forte crescita – si stima che le dimensioni del mercato dei servizi svolti da droni carriverà fino a 63,6 miliardi di dollari entro il 2025 – che dal 5G avrà un grande impulso. Sappiano infatti che ad ogni aggiornamento della tecnologia delle reti cellulari, il progresso avvenga sempre per fasi. Ma il 5G racchiude in un’unica nuova generazione diversi elementi migliorativi: velocità e capacità maggiori, copertura più estesa e minore latenza.
Per i droni e per la guida autonoma infatti memoria, archiviazione dati, controllo dei motori e persino intelligenza artificiale e apprendimento automatico integrati sono necessari affinché questi veicolo svolgano funzioni in diversi casi d’uso, tra cui sicurezza e impieghi militari, agricoltura, pronto intervento e applicazioni mediche e, naturalmente, l’effettuazione di consegne. Si prevede infatti che la connessione 5G consentirà ai droni di spostarsi in modo autonomo e supportare programmi di analisi e di intelligenza artificiale avanzati elaborando grandi quantità di dati quasi in tempo reale sul campo.

“Qualche mese fa – ci ha spiegato infatti Massimiliano Ballarin, Regional Sales Manager, Cradlepoint Italy (una società di Ericsson con sede a Boise, Idaho, che sviluppa apparecchiature di rete edge wireless gestite dal cloud) una società energetica australiana ha testato con successo la capacità di un drone 5G di contribuire al ripristino della fornitura di energia elettrica. L’azienda ha dotato il drone di connettività cloud, intelligenza artificiale e di una telecamera ultra HD che ha fornito agli addetti ai lavori immagini del guasto in grado di aiutarli a valutare i danni. In caso di tempeste, o altri eventi atmosferici avversi capaci di mettere fuori uso le linee elettriche o causare dei danni, un drone così equipaggiato riesce a fornire le informazioni necessarie ad aiutare a determinare quali lavoratori, attrezzature e materiali sono necessari per effettuare le riparazioni”.
Lo sviluppo di questa tecnologia è infatti velocissimo e di grande utilità sociale. E non riguarderà solo auto o droni. “In Corea – continua infatti Ballarin – subito dopo l’inizio della pandemia, una società di telecomunicazioni ha impiegato un robot connesso alla rete 5G e dotato di una lampada ad ultravioletti per igienizzare le superfici e controllare la temperatura corporea dei visitatori in azienda, mentre lo scorso autunno lo Stato di New York ha annunciato un nuovo corridoio aereo tra le città di Roma e Siracusa che fungerà da primo campo di prova del Paese per l’uso di aeromobili a pilotaggio remoto (UAV) che si affidano alle reti wireless 5G. Per spiegare le ragioni dell’investimento, il governatore di New York Kathy Hochul ha citato numerosi settori e servizi pubblici che beneficerebbero dello sviluppo di droni abilitati dal 5G, tra cui l’agricoltura, la gestione delle foreste, i trasporti e la sicurezza pubblica”.
Ora il problema, come al solito, è legislativo: il Governo americano chiede infatti agli operatori di mantenere il contatto visivo con i droni e di volare a un’altezza non superiore ai 400 piedi. In città quindi il drone può consegnare pacchi sono in piccoli tratti, in pratica un solo isolato. Troppo poco. Ma con il 5G anche questa norma potrebbe cambiare grazie alla maggiore sicurezza garantita da questa connessione. E non è un caso che lo scorso aprile l’amministrazione Biden ha chiesto al Congresso l’attuazione di un piano con l’obiettivo di ridurre i rischi introdotti dai velivoli a pilotaggio remoto e di stabilire “standard chiari” per normarne l’utilizzo.
Vedremo come finirà. Ma certo la tecnologia dei droni e quindi il loro utilizzo, sta per cambiare davvero.