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Italia domani zona arancione: spostamenti e negozi, cosa si può fare
Italia in zona arancione da domani e per 3 giorni. Arrivederci alla zona rossa, da lunedì 28 dicembre cambiano le regole -dagli spostamenti ai negozi aperti- secondo le misure previste dal decreto Natale che il governo ha varato per arginare la diffusione del coronavirus e che sarà in vigore fino al 6 gennaio. Nei giorni ‘arancioni’ continua a rimanere in vigore il coprifuoco tra le 22 e le 5, ma prima dell’entrata in vigore della limitazione si potrà circolare all’interno del Comune senza autocertificazione. Ci si potrà spostare dai piccoli comuni sotto i 5000 abitanti e nel raggio di 30 chilometri anche se questo significa uscire dalla propria regione. “Nei giorni 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio, sarà possibile, per chi vive in un Comune fino a 5.000 abitanti, spostarsi liberamente, tra le 5.00 e le 22.00, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione), con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia: conseguentemente, sarà possibile anche andare a fare visita ad amici e parenti entro tali orari e ambiti territoriali” si legge nelle Faq del governo. L’autocertificazione è necessaria per spostamenti all’interno del comune tra le 22 e le 5 o per giustificare spostamenti al di fuori del comune e/o della regione per motivi di necessità, lavoro, salute. Domani è prevista la riapertura dei negozi con orari fino alle 21, per evitare che i clienti si concentrino in un orario ristretto e si creino assembramenti. Bar e ristoranti, invece, devono limitarsi all’asporto e di consegna al domicilio. Nelle Faq del governo si fa notare che “nel periodo compreso tra il 21 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021, gli spostamenti di un nucleo familiare convivente verso le seconde case sono sempre consentiti, dalle 5 alle 22, all’interno della propria Regione e sempre vietati verso le altre Regioni. È consentito lo spostamento verso la seconda casa, anche se intestata a più comproprietari, di un solo nucleo familiare convivente”. Gli spostamenti verso le seconde case in una regione diversa dalla propria sono vietati dal 21 dicembre al 6 gennaio. Nel periodo considerato, quindi, “lo spostamento dalla seconda casa al luogo di lavoro non può essere addotto come motivo giustificativo di un nuovo rientro nella seconda casa, in un’altra regione, nello stesso periodo. Quindi si potrà tornare al lavoro ma poi non si potrà rientrare nella seconda casa”. Per eventuali violazioni, la sanzione applicabile è quella amministrativa, da 400 a 1.000 euro, “eventualmente aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo”.
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AGI
Vaccino, le differenze tra Pfizer e Moderna
AGI – Usano la stessa tecnologia e hanno registrato la stessa percentuale di risposte positive nei test, 95 per cento, ma i vaccini Pfizer e Moderna, che hanno ottenuto il via libera, hanno anche alcune differenze. La prima riguarda lo stato di conservazione: il vaccino Pfizer ha bisogno di essere conservato a meno 94 gradi Farehneit (-70 gradi Celsius). Per questo la casa farmaceutica spedisce le scatole con le dosi assieme a ghiaccio secco e dotate di sensori Gps. Quello di Moderna resta stabile a una temperatura che varia tra i 2 e gli 8 gradi Celsius per il breve periodo (30 giorni) fino a -20 se vanno tenuti nel congelatore per sei mesi. Diversi anche i costi: ogni dose di Pfizer costa circa venti dollari, quelle di Moderna fino a 25 dollari. Il primo è stato autorizzato su persone dai 16 anni di età in su. Il secondo, dai 18. Simili anche i possibili effetti collaterali, dal mal di testa alla febbre ai dolori muscolari e brividi di freddo, ma nel caso del vaccino Moderna si verificano solo con la seconda dose.
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AGI
I doni di Salvini ai poveri provocano un fiume di polemiche
AGI – La consegna di pacchi dono ai poveri di Milano da parte del leader della Lega Matteo Salvini ha scatenato un fiume di polemiche. In molti, sui social e non solo, hanno accusato il numero uno di via Bellerio di approfittare della sofferenza altrui per farsi pubblicità. Ma alla base delle accuse c’è anche un ‘incidente’ provocato dalla fotografia che mostra una donna di origine etiope prendere uno dei pacchi. Solo che, stando a quanto denuncia un utente di Facebook che si firma Miky Tibello Secondo, la signora in questione non è una senza tetto ma la residente di un condominio milanese. La Lega risponde con una nota: “Nessun errore e nessun pacco distribuito a caso. A Natale, il leader della Lega Matteo Salvini ha partecipato alla consegna di alcuni generi alimentari a famiglie che ne avevano fatto richiesta, e che pertanto avevano lasciato i propri dati e successivamente hanno acconsentito ad alcune fotografie. È il caso della signora residente in via Perugino a Milano (iniziali del nome T. W. S.), e che secondo alcuni media sarebbe stata scambiata per una clochard. La notizia è totalmente falsa, come peraltro facilmente verificabile dai comunicati inviati dall’ufficio stampa del senatore Salvini già mercoledì 23 dicembre”. Ma le polemiche non si fermano a questo. Ad accompagnare Salvini era Daniela Javarone, madrina dell’associazione City Angels che, a causa dello ‘scivolone’ e della bufera che ne è seguita, ha deciso di dimettersi dalla carica: “Caro presidente, mi scuso di aver creato imbarazzo ai City Angels. Alla base di tutto, buona fede e spirito di servizio. Con questo ratifico le mie dimissioni da madrina dei City Angels”. Già, perchè l’accaduto aveva provocato la ferma presa di distanza da parte del presidente dell’associazione milanese, Mario Furlan. In un video, Furlan ha spiegato, infatti, che “Daniela è nostra madrina dal 2004 e da allora, ogni Natale, fa una cosa molto bella: porta questi pacchi dono a 120 anziani soli, ci chiede di metterle a disposizione il nostro furgone e un nostro angelo che lo guidi. Quest’anno non sapevo che ci sarebbe stato con lei il senatore Salvini. Quando l’ho saputo non ho avuto piacere, anzi mi sono girate le balle perchè è stata una cosa fatta a mia, a nostra completa insaputa. Spero di essere stato su questo e vi auguro buon Natale”. La risposta della Lega non si fa attendere e arriva per mezzo di un altro video, girato da Matteo Salvini: “E’ incredibile, qualsiasi cosa si faccia non va bene”, dice Salvini. “In un momento così difficile fate anche voi qualcosa di buono, senza essere eroi, se ciascuno di voi dedica qualche minuto della giornata a fare qualcosa di buono l’Italia sarà un Paese migliore. Le polemiche lasciamole alla politica o al calcio. Uniamoci in nome del bene, quando qualcuno fa del bene al prossimo non c’è differenza di colore politico”, aggiunge Salvini. Senza citare il leader della Lega, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ringrazia su Facebook quanti nel suo partito sono impegnati in queste ore a dare una mano a chi ha più bisogno: “Un partito vicino alle persone. In tantissimi, in tutto il Paese. Grazie ancora a chi sta pensando agli altri, in silenzio e lontano dai riflettori”.
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AGI
Un drago barbuto ha passato il Natale in un’area di servizio dell’autostrada
AGI – La sera di Natale, un po’ infreddolito ma in buone condizioni generali di salute, è arrivato al Parco Natura Viva di Bussolengo un drago barbuto (Pogona vitticeps) che con ogni probabilità, aveva trascorso tutta la giornata del 25 dicembre all’area di servizio “Monte Baldo est”, sulla Milano-Venezia.
Forse smarrito da qualcuno di passaggio, è stato recuperato dalla Polizia Stradale di Verona diretta dal comandante Girolamo Lacquaniti, che gli ha offerto le prime cure prima di affidarlo alla custodia giudiziale del parco zoologico sulle sponde del Lago di Garda.
Un’avventura finita bene per un rettile originario delle zone aride dell’Australia centrale e che di certo, non avrebbe potuto sopportare oltre le temperature rigide del periodo natalizio. Immediata la visita veterinaria che ne ha preceduto la quarantena: “E’ un bell’esemplare dalla colorazione rossiccia, abituato anche ad un’alimentazione corretta – spiega Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del Parco Natura Viva – ma non ha il microchip.
E’ un adulto di 5 o 6 anni che necessita di temperature tra i 25 e i 30 gradi: con il meteo di questi giorni, una volta all’aperto è rimasto immobile per risparmiare energie e sopravvivere in condizioni non ottimali. Non ha ancora voluto mangiare ma contiamo che sceglierà di farlo non appena si sentirà di nuovo al sicuro nella nuova teca allestita ad hoc per lui”.
A dispetto del nome, il drago barbuto non supera i 50 centimetri di lunghezza e ha una tipica “barbetta” sotto il mento utile ad essere espansa quando è necessario assumere atteggiamenti minacciosi. Seppur si tratti di un animale di libera vendita che si può detenere legalmente con un certificato di acquisto, si apre il tema della corretta gestione degli animali da compagnia, in particolare se esotici.
“Le ottime condizioni di salute generali di questo esemplare – spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva – ci fanno pensare ad uno smarrimento accidentale. Tuttavia, la detenzione di animali esotici come animali da compagnia si è molto diffusa negli ultimi anni e il rischio è che con la crisi economica che abbiamo di fronte, qualcuno si possa trovare in difficoltà nel mantenerli”. -
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Pompei, nuova scoperta: ritrovato Termopolio intatto – Video
Ancora una straordinaria scoperta a Pompei. Nei nuovi scavi, ripresi all’interno del progetto di manutenzione e restauro della Regio V, riaffiora un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali (Video). Ma a stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada. Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all’aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana. “Con un lavoro di squadra, che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati al mondo in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”, dice il ministro per i Beni e per le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini. Pompei, un’altra scoperta: ecco un Termopolio (Video) “Oltre a trattarsi di un’ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei, le possibilità di analisi di questo Termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un itero ambiente con metodologie e tecnologie all’avanguardia che stanno restituendo dati inediti”, dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei. “All’opera è un team interdisciplinare composto da: antropologo fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo: alle analisi già effettuate in situ a Pompei saranno affiancate ulteriori analisi chimiche in laboratorio per comprendere i contenuti dei dolia (contenitori in terracotta)”. L’impianto commerciale dove è riaffiorato il Termopolio era stato indagato solo in parte nel 2019, durante gli interventi del Grande Progetto Pompei per la messa in sicurezza e consolidamento dei fronti di scavo storici. Considerata l’eccezionalità delle decorazioni e al fine di restituire la completa configurazione del locale, ubicato nello slargo all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, si è deciso di estendere il progetto e di portare a termine lo scavo dell’intero ambiente in modo da proteggere con un restauro adeguato l’intero contesto. Di fronte al Termopolio, nella piazzetta antistante, erano già emerse una cisterna, una fontana e una torre piezometrica per la distribuzione dell’acqua, dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento. Le decorazioni del bancone – le prime emerse dallo scavo – presentano sul fronte l’immagine di una Nereide a cavallo in ambiente marino e, sul lato più corto, l’illustrazione probabilmente della stessa bottega alla stregua di un’insegna commerciale. Al momento dello scavo, il ritrovamento di anfore poste davanti al bancone rifletteva non a caso l’immagine dipinta. In questa nuova fase di scavo sono emerse altre pregevoli scene di nature morte con rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale. Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita. Come le due anatre germane esposte a testa in giù, pronte per essere preparate e consumate, un gallo e un cane al guinzaglio, quasi un monito alla maniera del famoso Cave Canem. Altro dato interessante è il rinvenimento di ossa umane, ritrovate parzialmente sconvolte a causa del passaggio di cunicoli realizzati in età moderna da scavatori clandestini in cerca di oggetti preziosi. Alcune sono di un individuo di almeno 50 anni che verosimilmente, al momento dell’arrivo della corrente piroclastica, era posizionato su un letto di cui restano tracce. Altre ossa, ancora da indagare, sono di un altro individuo e sono state rinvenute all’interno di un grande dolio, forse qui riposte sempre dai primi scavatori. Inoltre nel Termopolio è stato rinvenuto diverso materiale da dispensa e da trasporto: nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un’olla di ceramica comune da mensa. Il piano pavimentale di tutto l’ambiente è costituito da uno strato di cocciopesto (rivestimento impermeabile composto da frammenti in terracotta), in cui in alcuni punti sono stati inseriti frammenti di marmi policromi (alabastro, portasanta, breccia verde e bardiglio). I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contano una ottantina, ma nessuno con il bancone interamente dipinto, a conferma dell’eccezionalità del ritrovamento.
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Vaccino covid, ‘Germania parte con 150mila dosi’
Il ‘vaccine day’ in Germania va in scena con la somministrazione di oltre 150mila dosi del vaccino Pfizer. Come riporta l’agenzia Dpa, infatti, “Berlino ha ricevuto inizialmente 9.750 dosi per la giornata di inizio della campagna, secondo le autorità sanitarie”. La cifra “è in linea con la quantità” di dosi “che hanno ricevuto gli altri stati federati della Germania”. I primi ad essere immunizzati saranno gli ultraottantenni, come il personale ospedaliero e delle case di cura, che sono particolarmente a rischio. Inizialmente, la Germania si affiderà a squadre mobili di medici e infermieri per arrivare a questo obiettivo. Gli oltre 400 centri di vaccinazione previsti non saranno operativi prima dei prossimi giorni. A Berlino, un ospite di una casa di riposo di 101 anni ha ricevuto il vaccino, nel distretto meridionale di Steglitz, sotto gli occhi dell’assessore cittadino alla Salute, Dilek Kalayci. Una squadra mobile ha raggiunto la casa di riposo con un furgone intono alle 7.45 di stamani, con un soldato della Bundeswehr alla guida. Nello Stato più popoloso della Germania, il Nord Reno – Vestfalia, ad essere vaccinata per prima è stata la 95enne Erika Loewer, in una casa di riposo di Siegen. Nella città di Magdeburgo tre squadre mobili hanno iniziato a vaccinare i residenti di una casa di riposo comunale poco prima delle 9 di mattina, secondo Matthias Boxhorn del gruppo umanitario Johanniter, che sovrintende all’operazione. Circa 120 anziani, oltre a una sessantina di membri dello staff, dovrebbero ricevere la prima dose del vaccino sviluppato da Pfizer e BionTech. Anche se domenica era la data ufficiale dell’avvio della campagna, alcuni ospiti e il personale di una casa di riposo di Halberstadt, nella Sassonia-Anhalt, sono stati vaccinati già ieri.
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AGI
C’è un italiano In Groenlandia costretto a mangiare cibo scaduto
AGI – “Causa il Covid abbiamo perso i turisti che sono la nostra unica fonte di sostentamento economico. Qui sulla costa orientale della Groenlandia è una tragedia e per sopravvivere mangio cibo scaduto, altro non posso fare, mi devo accontentare”. L’esploratore italiano Robert Peroni parla all’AGI dallo studio della sua casetta di Tasiilaq, villaggio sperduto lungo la costa est della Groenlandia. Per raggiungere questo luogo tra il magico e l’incantevole dove vivono gli inuit – circa 1.900 persone – il collegamento meno difficile è arrivarci con un volo di circa due ore da Reykjavík in Islanda. Peroni, 76 anni, altoatesino, in collegamento Skype dalla sua Casa Rossa, edificio simbolo della comunità inuit che da semplice ritrovo tra persone in poco tempo si è trasformato in centro di recupero per giovani alcolizzati oltre che ad albergo per turisti, racconta questo 2020 tragico sotto l’aspetto economico. “Dal 12 marzo scorso quando l’Islanda ha chiuso le frontiere per noi è finito tutto. In estate i turisti arrivavano soprattutto dalla Germania e in agosto anche dall’Italia. Peccato, perché gli italiani erano in crescita ed erano sempre più interessati a questi luoghi immersi nella natura incontaminata – racconta Peroni –. In inverno i turisti erano prevalentemente tedeschi ma anche francesi, americani e negli ultimi anni si è visto qualche cinese e giapponese. Adesso niente di niente, sono qui solo a sognare un futuro migliore preparando le offerte turistiche del 2021. Mi sono chiesto, perché una persona viene in Groenlandia e spende tanti soldi per il volo aereo? La risposta è stata, bisogna offrire pacchetti di una settimana per far vivere quello che davvero è questa meravigliosa terra. Lavoro in ufficio, pulisco casa, sono stato costretto a licenziare tutti i 74 dipendenti e i 55 posti letto sono drammaticamente vuoti. Negli anni siamo cresciuti, ho fatto investimenti anche importanti, la nostra Casa Rossa adesso è composta da sei casette, quattro le ho date in uso ai dipendenti così almeno hanno un tetto sopra la loro testa”. Nelle scorse settimane in aiuto di Peroni a seguito dell’azzeramento del turismo internazionale, è stata lanciata la campagna su gofund.me, ‘Save The Red House in East Greenland!’. Parlando della pandemia di Covid-19 nell’immenso continente bianco non completamente indipendente perché controllato dal Regno di Danimarca, Peroni racconta le tante difficoltà. “Il governo groenlandese ha ragione di chiudere tutto perché non riuscirebbe a reggere le conseguenze di una pandemia, abbiamo avuto 17 casi in tutta la Groenlandia. Se il virus dovesse arrivare qui a Tasiilaq sarebbe una tragedia perché il nostro ospedale (12-13 posti letto, ndr) non è attrezzato e quindi verrebbe trasferito alla capitale Nuuk oppure in Danimarca”. Peroni prima di Natale riusciva quasi sempre a venire in Italia ma quest’anno non è stato possibile. “Forse tornerò nel 2021 ma non ho certezze. Se volessi venire in Italia sarebbe un serio problema anche perché non ho più un’abitazione e non sono più residente – spiega Peroni –. Con l’Islanda chiusa il viaggio aereo avrebbe costi esorbitanti. Con l’elicottero, sperando sempre che in quella giornata non venga annullato a seguito del meteo, andrei fino a Kulusuk, poi fino a Nuuk, quindi a Kangerlussuaq da dove mi imbarcherei sul volo per Copenhagen. Arrivato in Europa ci sarebbe la quarantena. Il rientro? Ancora peggio. Arrivato in Danimarca prima di ritornare in Groenlandia dovrei attendere 5 giorni e sottopormi a tampone Pcr, quindi potrei volare fino alla costa occidentale dove avrei un’altra permanenza di 5 giorni e un altro test. Una volta finalmente arrivato a casa quarantena di altri 5 giorni: impossibile”. Di giorno e di notte alla porta della casa di quell’altoatesino gentile dalla chioma bianca che dal 1985 ha scelto di aiutare e salvare gli eschimesi, bussano giovani, donne, anziani: sono disperati, alcolizzati, hanno fame e non hanno soldi. “Diciamo che il problema dell’alcol è migliorato rispetto a qualche anno fa, la popolazione si è evoluta e ha iniziato ad ascoltare – afferma con soddisfazione l’esploratore che nel 1983 attraversò con gli sci la Groenlandia da una costa all’altra sfidando le frustate del Piterak, il ‘vento dell’uomo’ che soffia anche a 250 chilometri orari –. Non vedo praticamente nessuno, ogni 4-5 giorni passa qualcuno a trovarmi per prendersi un caffè, qualche minuto e poi va già via. Ho un container con molte scorte di cibo, mangio anche alimenti scaduti perché devo accontentarmi. Non è come in Italia dove c’è tanta scelta, quindi dobbiamo essere felici se arriva qualche elicottero, il mare è ormai ghiacciato e le navi non possono entrare nel fiordo a rifornire l’unico supermercato”.
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AGI
Da gennaio carte credito online solo con la ‘strong authentication’
AGI – Da gennaio le transazioni online effettuate con le carte di credito potranno essere effettuate solo con la Strong Customer Authentication (Sca), secondo le direttive dell’Autorità Bancaria Europea (Abe). La Sca consiste nella verifica di almeno due elementi di diversa tipologia per accertare l’identità di un utente di servizi di pagamento o la validità dell’uso di uno specifico strumento di pagamento.
Tutto questo per rendere più sicuri gli acquisti e le operazioni sul web. Per questo la Banca d’Italia ha sollecitato gli operatori “a completare per tempo il processo di migrazione alla Sca richiedendo l’invio di piani di migrazione e aggiornamenti trimestrali nonché promuovendo il confronto con tutte le parti coinvolte nell’ambito del Comitato Pagamenti Italia”.
Bankitalia rinnova l’invito a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2020 e a superare “eventuali residue problematiche con modalità tali da garantire, in ogni caso, la continuità dei pagamenti”. Un’esigenza ritenuta “cruciale a causa dell’emergenza legata alla pandemia di Covid-19, che rende essenziale consentire ai cittadini, anche in considerazione di situazioni di lockdown, di poter effettuare operazioni di acquisto a distanza (tra cui quelle relative a beni primari, quali alimentari e farmaci)”.
I partecipanti al Comitato pagamenti si sono impegnati a risolvere eventuali disallineamenti nel più breve tempo possibile e comunque non oltre tre mesi dalla scadenza. Ferme restando le esenzioni ed esclusioni previste dalla normativa Eba, durante i tre mesi non saranno consentite transazioni prive di Sca eccedenti: a) l’importo di 1.000 euro nel corso del primo mese successivo alla scadenza del 31 dicembre 2020; b) l’importo di 500 euro nel corso del secondo mese; c) l’importo di 100 euro nel corso del terzo mese. -
AGI
La nave rompighiaccio ‘Laura Bassi’ ottiene la certificazione per le aree polari
AGI – La nave rompighiaccio Laura Bassi ha ottenuto la certificazione ‘Polar Code’ ed è al momento la prima e unica nave battente bandiera italiana in assoluto a detenerla. La nave è un’unità oceanografica da ricerca dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – Ogs di Trieste, ed è impegnata nella 36a campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca e gestita da Enea e Cnr.
La certificazione è giunta dopo un intenso percorso, durato circa 1 anno, è stata ottenuta grazie al lavoro svolto dalla società di armamento Diamar di Napoli, dallo stesso Ogs, che ha contribuito a sviluppare gli scenari di rischio, ed è stata sovraintesa e sviluppata dal Rina.
Il Polar Code
Il Polar Code (abbreviazione di International Code for Ships Operating in Polar Waters) è la più recente normativa che regola molti aspetti tecnici che possono impattare sulla navigazione nelle aree polari, un ambiente remoto, difficile, dalle condizioni meteorologiche particolarmente gravose e molto vulnerabile. Tale normativa regola aspetti che vanno dalla costruzione della nave alle sue dotazioni di sicurezza, dalla preparazione e qualifica dell’equipaggio alle operazioni di salvataggio della nave, fino all’impatto ambientale.
Per navigare nelle aree polari dell’Artico e dell’Antartico, ogni nave deve avere ottenuto un Polar Code che le classifica secondo la loro capacità di affrontare le acque polari – A per le rompighiaccio; B per navi che non hanno la stessa struttura ma possono affrontare situazioni di acqua ghiacciata; C per le navi abilitate alla navigazione in acque che presentano minori difficoltà tecniche. Il certificato ottenuto dalla N/R Laura Bassi è Categoria A – PC 5, un valore davvero elevato.
“Grazie a questa certificazione, la Bassi potrà operare in tutte le aree polari e tutto l’anno, con qualche – minima – limitazione, relativa a qualche tipo di ghiaccio. – ha dichiarato Riccardo Codiglia Responsabile Tecnico della nave – grande attenzione, nella fase di adeguamento della nave, è stata posta alla sicurezza con la dotazione di una serie di zattere in grado di consentire l’evacuazione della nave sia in mare che su ghiaccio. Il percorso di certificazione si è svolto in forma ibrida: la parte “cartacea” in Italia, in remoto; la parte di lavori sulla nave, in Nuova Zelanda”.
“Siamo particolarmente orgogliosi di aver ottenuto questa certificazione, fondamentale per permettere l’attività della nave in assoluta sicurezza in mari difficili. – ha dichiarato Franco Coren, Direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Ogs – la N/R Laura Bassi, acquistata usata poco più di un anno fa, si è confermata avere un’ottima robustezza dello scafo ed una adeguata capacità propulsiva e ed in generale un ottimo progetto di base, che ha consentito con uno sforzo relativamente minimo di rispondere alle richieste imposte dalle nuove e stringenti normative per ottenere la certificazione in oggetto. A latere di questo percorso, abbiamo voluto essere particolarmente attenti all’ambiente, adottando un sistema specifico di purificazione delle acque di zavorra che, prima di essere sversate, verranno trattate per evitare il rilascio di micro-organismi ‘alieni’”. -
AGI
Cosa cambia per i conti correnti in rosso dal primo gennaio
AGI – Problemi in vista per i titolari di conti correnti, sia imprese sia famiglie. Dal prossimo gennaio cambiano le regole per la gestione dei conti ‘in rosso’: gli addebiti automatici non saranno più consentiti, infatti, se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi bancari. C’è il rischio, pertanto, di un improvviso stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti. A lanciare l’allarme è il Centro studi di Unimpresa che, in un documento in via di pubblicazione, spiega le conseguenze dell’entrata in vigore delle nuove norme dettate dall’Eba, l’autorità bancaria europea, che, tra l’altro, impongono alla banca, dopo tre mesi di mancati pagamenti da soli 100 euro, di segnalare il cliente alla centrale rischi e di classificare tutta la sua esposizione come “crediti malati”. Per il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino “Il nuovo quadro regolatorio, che non è stato sufficientemente spiegato dalle banche, è preoccupante. Non saranno più possibili – paventa – nemmeno piccoli sconfinamenti e questo vuol dire, per molti artigiani, commercianti, piccoli imprenditori e anche per molte famiglie, non poter più usufruire di quelle piccole forme di flessibilità che, specie in questa fase così critica a causa degli effetti economici della pandemia Covid, sono fondamentali per far fronte ai pagamenti di utenze o altri adempimenti, come gli stipendi e i contributi previdenziali, le rate di finanziamenti e mutui”. Di fatto secondo Politino “c’è il rischio di una fortissima stretta al credito, conseguenza inevitabile delle segnalazioni alla centrale rischi e della riclassificazione degli affidamenti della clientela in caso di piccoli arretrati”. Da gennaio – spiega il Centro studi di Unimpresa – chi ha il conto corrente ‘scoperto’ corre il rischio di risultare immediatamente ‘moroso’ nei confronti di vari soggetti, dalle finanziarie all’Inps, dai dipendenti alle aziende cosiddette utility (energia, gas, acqua, telefono). Non solo: le stesse nuove norme dell’Eba stabiliscono che per un mancato pagamento superiore a 100 euro, protratto per tre mesi, il cliente venga classificato come cattivo pagatore, tutta la sua esposizione verso la banca sia classificata come non performing loan e sia inviata la segnalazione alla centrale rischi.
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AGI
In un giorno 27 scimmie anziane e malate uccise dalla Nasa
AGI – Il 2 febbraio 2019, in una sola giornata, l’agenzia spaziale statunitense, la Nasa, ha ucciso 27 scimmie anziane e malate, di cui aveva la responsabilità sulla base di un accordo siglato con un altro ente. A riferire dell’imbarazzante rivelazione che fa infuriare gli animalisti è il quotidiano britannico Guardian, entrato in possesso di documenti rilasciati sulla base delle leggi sulla libertà d’informazione.
Secondo le prove contenute in quelle carte, l’uccisione delle scimmie, con appositi farmaci, è stata eseguita al centro di ricerca Ames della Nasa, nella Silicon Valley, in California: stavano invecchiando e 21 di loro avevano il Parkinson. La decisione di uccidere gli animali, invece di trasferirli in un apposito parco, è stata condannata dai sostenitori dei diritti degli animali e da altri attivisti della società civile. I primati “soffrivano di privazioni etologiche e di frustrazioni inerenti alla vita di laboratorio”, ha detto John Gluck, esperto di etica animale presso l’Università del New Mexico.
Gluck ha aggiunto che le scimmie “apparentemente non erano considerate degne di una possibilità di vivere in un santuario”. L’esperto universitario deplora che la Nasa non abbia nemmeno provato ad inserirle, diventando responsabile di un gesto “indecente”. “Attendo con ansia una spiegazione dall’amministratore Bridenstine sul motivo per cui questi animali sono stati costretti a deperire in cattività e ad essere soppressi piuttosto che vivere la loro vita in un santuario” ha dichiarato al Guardian Kathleen Rice, rappresentante democratica alla Camera degli Stati Uniti, che ha chiesto all’amministratore della Nasa spiegazioni per l’uccisione delle scimmie.
La Nasa ha alle spalle una lunga storia con i primati. Lo scimpanzé Ham ha ricevuto un addestramento quotidiano prima di diventare la prima grande scimmia ad essere lanciata nello spazio nel 1961, portando a termine con successo la sua breve missione prima di tuffarsi in sicurezza nell’oceano. Ma le scimmie eliminate l’anno scorso non sono state utilizzate in nessuna missione spaziale o per la ricerca, ma erano soltanto ospitate presso la struttura di Ames, come stabilito da un accordo di assistenza congiunta tra la Nasa e LifeSource BioMedical, un’entità separata di ricerca sui farmaci che affitta un ufficio al centro Nasa e ospitava i primati in questione.
Stephanie Solis, amministratore delegato di LifeSource BioMedical, ha detto che i primati sono stati dati al laboratorio “anni fa”, dopo che non è stato possibile trovare un rifugio per loro a causa della loro età e della loro cattiva salute. “Abbiamo deciso di accettare gli animali, fungendo da rifugio e fornendo tutte le cure a nostre spese, fino a quando la loro età avanzata e il peggioramento della salute hanno portato alla decisione di eutanasia umanamente per evitare una cattiva qualità della vita”, ha precisato Solis. La massima dirigente ha poi assicurato che nessuna ricerca è stata condotta sui primati mentre erano ad Ames e che hanno avuto una “buona qualità di vita residua”.
“La Nasa ha molti punti di forza, ma quando si tratta di pratiche per il benessere degli animali, sono obsoleti. Che fine tragica hanno fatto queste scimmie” ha commentato Mike Ryan, portavoce di Rise for Animals, il gruppo che, a nome della libertà di informazione, ha ottenuto la consegna dei documenti sull’uccisione dei primati al centro Ames. Al momento la direzione della Nasa ha replicato attraverso il proprio portavoce, dicendo di non avere primati nelle strutture da lei finanziate e di sua proprietà.
Negli ultimi anni il governo degli Stati Uniti ha iniziato a eliminare gradualmente l’uso dei primati nella ricerca, con il National Institutes of Health che, nel 2015, ha preso una decisione fondamentale per ritirare tutti gli scimpanzé utilizzati negli studi biomedici. I critici della pratica sostengono che è immorale e crudele sottoporre a tali condizioni creature sociali molto intelligenti e così simili agli umani. Tuttavia, alcuni laboratori continuano a utilizzare scimmie in gran numero – nel 2017 un record di 74 mila sono stati impiegati in esperimenti – con scienziati che affermano che sono di gran lunga migliori rispetto ad altri animali, come i topi, per lo studio delle malattie che affliggono anche gli esseri umani. Anche quando le scimmie vengono ritirate dal settore della ricerca, il loro reinserimento in santuari appropriati è ancora aleatorio. -
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Vaccino Covid, Galli: “Necessario senza se e senza ma”
Vaccinarsi contro il Covid-19 “è assolutamente necessario. Dunque, prima è, meglio è, senza se e senza ma. Spero che l’adesione sia alta: è una prova di consapevolezza, direi di intelligenza anche se so già che qualcuno si offenderà”. Lo sottolinea Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, a Sky Tg24 nel ‘Vaccine Day’ italiano. “Questa infezione non è una passeggiata, nemmeno per gli asintomatici”, ricorda Galli, che questa mattina verrà vaccinato all’ospedale Niguarda. “Siamo in una fase cruciale” dell’epidemia, “il virus è ripartito alla grande appena si sono rilassate le misure di controllo, che compromettono la vita sociale ed economica”. Il vaccino è, allora, “lo strumento fondamentale per i singoli per proteggere se stessi e gli altri, e per l’intera società: senza mettere il virus in un angolo, non ci sarà una vera ripresa. Ormai ci siamo: più si alza il muro degli immuni, più si riduce la possibilità per il virus di raggiungere i non immuni. Dai che ce la facciamo”, conclude con un messaggio d’ottimismo.
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Italia ancora zona rossa, cosa si può fare oggi
Anche per la giornata di oggi, 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, tutta Italia è zona rossa. Ma quali sono misure e regole adottate dal governo per fronteggiare i rischi legati alla diffusione del Coronavirus? Innanzitutto, per quanto riguarda gli spostamenti, la premessa è che il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione è sempre un motivo legittimo di spostamento, così come gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità sono sempre possibili, senza distinzione tra giorni e orari. Da decreto, oggi sarà possibile spostarsi in un altro comune, purché all’interno della propria regione, una sola volta al giorno, per fare visita a parenti o amici, tra le 5 e le 22 e nel limite massimo di due persone. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. E’ importante ricordarsi sempre di portare con sé l’autocertificazione. Nel decreto, prevista anche un’eccezione significativa: lo spostamento per dare assistenza a persone non autosufficienti sarà infatti consentito anche tra comuni/regioni in aree diverse, ove non sia possibile assicurare loro la necessaria assistenza tramite altri soggetti presenti nello stesso comune/regione. Non è possibile, comunque, spostarsi in numero superiore alle persone strettamente necessarie a fornire l’assistenza necessaria: di norma la necessità di prestare assistenza non può giustificare lo spostamento di più di un parente adulto, eventualmente accompagnato dai minori o disabili che abitualmente egli già assiste”. Spostamenti Natale, seconde case, congiunti: faq su decreto governo Quanto a negozi e ristoranti si applicano su tutto il territorio nazionale le disposizioni previste per le ‘zone rosse’. Quindi resteranno chiusi ma sarà consentito l’asporto (fino alle 22) e le consegne a domicilio. I negozi che, in generale, possono restare aperti nei giorni rossi sono: – supermercati, ipermercati, discount, alimentari, minimarket, surgelati; – elettronica di consumo, computer, apparecchiature informatiche e telecomunicazioni; – tabaccai; – stazioni di servizio; – negozi di ferramenta, vernici e piastrelle; – librerie; – illuminazione e sistemi di sicurezza; – edicole; – cartolerie; – farmacie e parafarmacie; – ortopedie; – profumerie; – erboristerie; – fioristi e vivaisti; – negozi di prodotti per animali domestici; – ottici; – fotografi; – negozi di vendita di combustibili per uso domestico e per riscaldamento; – negozi di saponi, detersivi, prodotti per la pulizia e affini; – pompe funebri; – commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande, ortofrutta, pesce, carne, fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti, profumi e cosmetici, saponi, detersivi ed altri detergenti, biancheria, confezioni e calzature per bambini e neonati; – lavanderie e tintorie; – barbieri e parrucchieri. – Disponibile anche il commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto via Internet, per corrispondenza o tramite qualsiasi altro mezzo a distanza, così come nei distributori automatici.
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Firenze, coppia fatta a pezzi: ex del figlio “potrebbe uccidere ancora”
Elona Kalesha, accusata dell’omicidio e dell’occultamento dei cadaveri dei coniugi albanesi Shpetim e Teuta Pasho, genitori del suo ex fidanzato Taulant, deve restare in carcere, per il giudice, non solo perché esiste “il pericolo di fuga” in Albania ma anche e soprattutto perché c’è il pericolo “concreto e attuale” di reiterazione “di nuovi reati della stessa specie”. La 36enne albanese appare, infatti, “stabilmente inserita in un circuito criminale di relazioni strette con persone con notevoli calibro delinquenziale e presumibilmente si è avvalsa dell’operato di complici” per compiere il suo disegno criminale, ordito tra il 1° e il 6 novembre 2015, ma scoperto casualmente solo 5 anni dopo, a partire dal 10 dicembre scorso, con il rinvenimento di quattro valigie (con all’interno i cadaveri dei Pasho fatti a pezzi) in un campo a ridosso della recinzione posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano. Sono queste le motivazioni con cui il gip del Tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, ha convalidato, alla vigilia di Natale, il fermo disposto dal pubblico ministero Ornella Galeotti e ha stabilito la misura della custodia cautelare in carcere per Elona Kalesha, arrestata il 22 dicembre. La donna avrebbe compiuto il duplice omicidio, scrive il giudice nell’ordinanza – “presumibilmente in concorso con altre persone (due persone), ha proceduto al sezionamento dei cadaveri e al loro trasporto fuori dall’abitazione” di via Felice Fontana a Firenze. Il timore che Kalesha qualora rimessa in libertà possa darsi alla fuga è desunto “dalla situazione di vita dell’indagata colpita da numerose condanne penali”.
87enne chiama la polizia a Natale: “Venite a trovarmi? Sono sola. Vi offro da mangiare”

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